Venerdì 26 Aprile 2024

Obama striglia Biden "Devi dire a Zelensky che non può avere tutto" La spinta ai negoziati

L’ex presidente americano ora detta la linea: bisogna essere onesti "Impedire che lo scontro porti all’escalation tra Russia e Nato". Nel mirino di Barack l’atteggiamento irriducibile del leader ucraino

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di Cesare De Carlo

Una delle regole non scritte della politica Usa riguarda gli ex presidenti. Mai criticare i successori, soprattutto sulle questioni internazionali. Non è solo per rispetto della carica. Ogni commento comprometterebbe la credibilità dell’intera nazione. Non ce n’è bisogno in tempi in cui la leadership americana appare già in declino. Così hanno destato scalpore le critiche di Barack Obama a Joe Biden. Tema: l’Ucraina. Ha detto ieri il 44esimo presidente del 46esimo: Biden deve "far capire a Zelensky ciò che possiamo fare e ciò che non possiamo fare per evitare il conflitto Nato–Russia". Obama e Biden appartengono allo stesso partito democratico. E fra tre settimane si vota: elezioni di medio termine, dalle quali si attende la riconquista del Congresso da parte repubblicana.

Impietosi i sondaggi: né Obama ora contribuisce a risollevarli. Anzi. Il suo giudizio sull’Ucraina ne fa venire in mente uno altrettanto impietoso su Biden, che per otto anni è stato il suo vice alla Casa Bianca. Questo: Never underestimate the ability of Joe to fuck up everything, mai sottovalutare la capacità di Joe di mandare a p... ogni cosa. In Ucraina più o meno sta accadendo qualcosa del genere. Il sostegno a Volodymyr Zelensky è sacrosanto. Ma ora, nelle parole di Obama, Biden dovrebbe "fargli capire cosa gli americani possono e non possono fare". Non possono per esempio incoraggiarlo nella sua irriducibilità. Il presidente ucraino, imbaldanzito dai successi militari grazie alle armi americane, rifiuta di trattare con quello russo. Prioritario invece è evitare una escalation nucleare che fatalmente coinvolgerebbe anche la Nato. In secondo luogo va scongiurato un genocidio quale è quello che si delinea nell’inverno ormai imminente. Non a caso Putin sta distruggendo le centrali elettriche. Secondo il Pentagono punta a uno sterminio per freddo e per fame. Il suo esercito è un fallimento ed è a corto di munizioni. Utilizza i droni iraniani e l’ayatollah Ali Khamenei se ne compiace: "portano onore al nostro Paese".

Zelensky non fa più mistero di voler riconquistare le regioni orientali se non anche la Crimea. Ma Obama sa bene che Putin non accetterebbe mai una sconfitta del genere. Piuttosto ricorrerebbe alle armi nucleari. Lo ha ripetuto ieri il nuovo comandante in capo dell’esercito russo, Surovikin. Dunque il significato delle critiche è chiaro: per evitare l’apocalisse in Ucraina e il suicidio strisciante dell’Europa, Biden dovrebbe spingere Zelensky al compromesso, anche se questo comportasse rinunce territoriali. Per esempio: la Crimea e parte del Donbass russofono. Un eventuale cessate il fuoco sarebbe preparatorio a una conferenza di pace. Erdogan si offre di nuovo come mediatore. Anche Xi preme per una tregua pur ammonendo – come fa il suo numero due Xu Qiliang – che "bisogna prepararsi a una guerra". Il riferimento è agli Usa. Nonostante Biden abbia lasciato aperta la porta a un incontro con Vladimir Putin a margine del G20 di Bali, ad esempio per parlare della liberazione della star del basket Nba Brittner Griner, "lo staff della Casa Bianca ha escluso un incontro formale tra i due e sta prendendo misure perché il presidente Usa non incontri lo zar in un corridoio o in una foto di gruppo", scrive Politico. Ma la Casa Bianca ha prontamente smentito.