Martedì 30 Aprile 2024

Né ideali né tabù Dei Cinquestelle resta ben poco

Francesco

Ghidetti

E coloro che, nel non lontanissimo 2018, erano il primo partito d’Italia? E coloro che avevano sconquassato il quadro generale conquistando città importanti come Roma, Torino, Livorno, Carrara, Parma e via elencando, che fine hanno fatto? Verrebbe spontanea la vecchia formula del "non pervenuto" perché la bussola non c’è più. Si sa, direte, la politica contemporanea oggi è molto “fluida“, ci vuol poco per salire, pochissimo per precipitare. Eppure, la parabola grillina (triste, solitaria y final per parafrasare Osvaldo Soriano) ha aspetti che vanno oltre la perdita catastrofica di consensi. Basti vedere quel che è accaduto nelle concitate ore del ballottaggio col presidente del Movimento Conte. Il quale convoca un summit di partito alle 21.30 (insomma, a notte quasi fonda e prima di sapere com’è andata) per aprire la strada alla fine di un totem che non poco aveva contribuito al successo politico: stiamo parlando del tetto del secondo mandato, un vero e proprio pasticcio.

"La politica – dicevano – non dev’essere una professione e dopo due legislature ognuno torna alle proprie occupazioni". Loro, i grillini, Beppe in primis (e che altro deve fare?), smentiscono di voler abolire la regola, ma già il fatto che se ne discuta così animatamente è segno che qualcosa non va. Ma non è finita. A dimostrazione della crisi infinita ci sono anche i tempi. Pasticcio, si diceva, sul secondo mandato a poche ore dalla più clamorosa scissione della storia del Movimento con Di Maio – da sempre deciso oppositore dei cambi di casacca – con una folta pattuglia di parlamentari che ha preso cappello e ha aderito (con quale organizzazione si vedrà) a un nuovo gruppo. Che vuole mandare ancora armi in Ucraina. Che crede al ruolo della Nato. Che non ha timore alcuno a definirsi “atlantista“e pienamente inserito nell’Occidente. Insomma, una serena forza moderata che rifugge dai populismi. E infine, prova evidente di una crisi che pare davvero irreversibile, mentre l’eterno esponente della primissima ora, Alex Di Battista, scandisce: rientro, dice al M5s, se torniamo alle origini. Dovrà aspettare parecchio...