Mercoledì 24 Aprile 2024

Napoli, al liceo Sannazaro mancano le aule. Studenti al mare

Trasferte alternative alle lezioni, l'ira dei genitori. Anche alunni contro la preside

Gli studenti in spiaggia

Gli studenti in spiaggia

A scatenare la polemica è la «ribellione» di due classi che, giovedì scorso hanno rifiutato di andare in giro per la città o sugli arenili. «Vogliamo fare lezione, non perdere tempo a giocare a frisbee», hanno detto gli studenti. Che si sono asserragliati a scuola ed hanno deciso di fare lezione nei corridoi, spalleggiati dai loro genitori.

Domani c’è la resa dei conti. La dirigente scolastica regionale, Luisa Franzese, commenta: «Se la situazione fosse questa, non sarebbe bello. Le foto dei ragazzi al mare sono avulse dalla didattica, non vedo cosa c’entrino con la scuola e le uscite curriculari. Ho visto adulti, che dovrebbero essere docenti, e giovani, che dovrebbero essere studenti, mentre sono in spiaggia e fanno il bagno. Queste attività non possono essere associate a momenti scolastici, né ci vedo nulla di sportivo».

Colantonio – diventata famosa nel 2011, quando era preside al liceo Garibaldi, per aver messo 5 in condotta a 170 alunni che avevano occupato la scuola contro la riforma Gelmini – passa al contrattacco. «Rotazioni o doppi turni? Ipotesi non percorribili, conosco la platea dei ragazzi e famiglie, non sono soluzioni che incontrerebbero il loro favore. Noi siamo aperti a discutere, ai genitori l’ho già fatto sapere con un comunicato che ho pubblicato sul nostro sito scolastico». E sulla scelta degli stabilimenti balneari al posto di musei obietta: «È una struttura che abbiamo considerato perché consigliata da una circolare dell’Ufficio scolastico regionale, di aprile 2018, e si propone l’armonizzazione tra adolescente, natura e conoscenza del territorio».

Al provveditore che le contesta di aver accettato troppi iscritti, mandando in tilt la didattica, la dirigente del Sannazaro replica che il boom non era prevedibile: «E poi gli iscritti del primo anno possono sempre cambiare idea». Il caso aperto nel prestigioso liceo collinare scatena ironie sul web, ma anche una riflessione sul ruolo dei presidi-sceriffi dopo la ‘Buona scuola’. «È un modo distorto di intendere l’autonomia – dice Adolfo Scotto di Luzio, docente di Storia delle istituzioni scolastiche ed educative all’ateneo di Bergamo, e autore di ‘Liceo classico’ –. Tocchiamo qui con mano, infatti, il fallimento di un’illusione che è stata centrale nel pensare, negli scorsi anni, la riforma della scuola. L’idea cioè che la buona scuola dipenda dall’energia e dal piglio decisionale di chi la deve amministrare».