Venerdì 26 Aprile 2024

Morto a 16 anni, faro sulle carte dello stage

L’avvocato: "Lo studente poteva uscire dall’azienda? Voglio vedere la convenzione tra scuola e ditta". Il pm indaga per omicidio stradale

di Fabio Castori

Nessuna autopsia, ma la procura di Ancona ha aperto un fascicolo per omicidio stradale e disposto indagini a 360 gradi, anche per stabilire la regolarità o meno dello stage. Ci sarà da scavare a fondo sulle responsabilità costate la vita a Giuseppe Lenoci, 16 anni, di Monte Urano, Fermo, morto lunedì a Serra de’ Conti, ad Ancona, mentre si trovava a bordo di un furgone di una ditta di termoidraulica di Fermo, impegnato in uno stage. Il pm, che ha delegato le indagini ai carabinieri, non ha disposto l’autopsia ritenendo per ora chiare le cause del decesso dovuto al violento impatto. La salma verrà riconsegnata ai familiari che hanno già fissato i funerali per domani.

Il fascicolo della procura dorica fino a ieri mattina era a carico di ignoti ma è destinato a restarlo ancora per poco. I militari dovranno sentire infatti a breve il conducente del furgone, un 37enne, che lavorava nella stessa ditta dove il ragazzino faceva lo stage. Sarà lui la parte fondamentale dell’indagine dal punto di vista dell’incidente. Sul perché e soprattutto se il minore quella mattina poteva accompagnarlo nell’abito dello stage farà chiarezza la procura, che ha già acquisito la documentazione sulla procedura in atto tra il centro di formazione Artigianelli di Fermo, che il 16enne frequentava, e la ditta dove si stava specializzando. "Vogliamo verificare – spiega il legale della famiglia Lenoci, l’avvocato Arnaldo Salvatori – se Giuseppe, che si trovava in un mezzo di lavoro in provincia di Jesi, aveva l’autorizzazione per essere lì. Il ragazzino era di Monte Urano e frequentava una scuola a Fermo, cosa ci faceva a Serra de’ Conti? Questo fa scattare più di un interrogativo, ma, prima di trarre conclusioni affrettate, sarà il caso di valutare come era stato organizzato lo stage, come si svolgeva e quale era la convenzione tra la scuola e l’azienda". Intanto il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi parla della necessità di una parziale riforma sul tema scuola lavoro: "Lo studente stava facendo un percorso di formazione professionale triennale riconosciuto dalle Regioni. Dobbiamo fare una rivisitazione coinvolgendo tutti gli organismi. Bisogna andare in una situazione in cui vi è un percorso formativo ed educativo che preveda un’esperienza fuori dalle mura della scuola, ma con al centro il progetto educativo. Non può essere un surrogato di lavoro".

In tutto questo non bisogna però dimenticare la tragedia di una famiglia che ha perso un figlio. "Era la luce dei nostri occhi, come faremo senza di lui – dice la madre Francesca Crudele in lacrime –. Non ci sono, parole ma solo tanta disperazione. Era speciale, un ragazzo dal cuore buono". Del caso giudiziario però non vuole parlare: "Ci penserà il nostro avvocato, ma è l’ultimo dei miei pensieri". Molto più critica invece la zia di Giuseppe, Angela Lenoci, che parla di tragedia assurda: "È una tragedia che si poteva sicuramente evitare e il ragazzo non meritava quella fine. Giuseppe andava in quella scuola con amore, gli piaceva. La prossima settimana avrebbe dovuto essere l’ultimo stage e si sarebbe diplomato a giugno. Il ministero del lavoro deve farsi un esame di coscienza perché l’alternanza scuola-lavoro va affrontata con una certa consapevolezza. Spero che si faccia chiarezza. Mio nipote non tornerà più, ma bisogna fare chiarezza".