
Folla alla cerimonia funebre per Michael Minunno (Radaelli)
Monza, 9 gennaio 2015 - Calle e rose bianche coprono la bara di Michael Minunno quando verso le quattro del pomeriggio esce, portata a spalla, dalla chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Concorezzo. Il feretro passa in mezzo a un mare di gente in lacrime che si sposta e applaude quasi a volersi liberare dal dolore che è un fardello troppo grande da portare da soli. La commozione si poteva toccare ieri pomeriggio ai funerali di «Minu», il ragazzo di 17 anni che il 2 gennaio, dopo avere brindato al nuovo anno e partecipato alla festa dei 18 anni di Nicola Fumagalli, si è addormentato in casa dell’amico, a Vimercate, senza mai più risvegliarsi, ucciso dal monossido di carbonio. Nicola ha riaperto gli occhi dopo 4 giorni di coma e adesso lo piange disperato e si interroga sul senso di questa tragedia.
Così come hanno fatto le persone, almeno un migliaio, che ieri hanno riempito la chiesa di Concorezzo, troppo piccola per contenerle tutte. Amici e parenti sono venuti a pregare e a portare il loro affetto ai giovani genitori di «Minu», Fabiola e Augusto, apparsi stanchi e addolorati, senza più lacrime da versare. Il giorno dell’Epifania, per un gioco crudele del destino, hanno perso pure la casa e le cose più intime che essa conteneva a causa di un incendio: ora dopo avere sepolto il figlio maggiore dovranno pensare a ricostruirla. Almeno non saranno soli, come ha ricordato don Stefano Buttinoni, il sacerdote dell’oratorio di Concorezzo che ha officiato la messa al posto del parroco, don Pino Marelli, in pellegrinaggio in Terra Santa. Attorno a questi genitori stremati si sono raccolti centinaia di giovani. Sono i compagni di scuola dell’Ipsia di Monza, i ragazzi della squadra di calcio della Vimercatese Oreno e del Cosov di Villasanta dove Michael, tifoso dell’Inter, ha giocato da attaccante.
«Lo so che sopravvivere ad un figlio è la cosa più tragica che possa capitare a dei genitori – ha detto don Stefano durante l’omelia -. Ma non siete soli. Alzate lo sguardo verso questi giovani che oggi riempiono la chiesa: voi avete perso un figlio ma ora tutti questi ragazzi vi guardano. Adottateli tutti». Il sacerdote, che ha conosciuto Michael all’oratorio San Luigi, ha cercato di fare coraggio ai Minunno e dare un senso a questa morte assurda. Ha ricordato tutte le «cose belle» lasciate dal figlio: «Il suo sorriso, l’amicizia che sapeva dare, la voglia di scherzare, la sua umanità». È stata una lunga e triste giornata nella città brianzola. Di primo mattino la salma è stata portata in chiesa e deposta ai piedi dell’altare. Sulla bara una foto del ragazzo, contornata da tanti fiori bianchi e profumati. I genitori e i parenti sono rimasti a vegliarla fino alle 15 quando è incominciata la cerimonia funebre. Davanti a loro hanno visto sfilare tutte le persone che hanno voluto bene al loro figlio, passate in chiesa a recitare almeno una preghiera. Soprattutto ragazzi e ragazze della stessa età di Michael.
Faceva tenerezza vederli, al momento di varcare la porta, posare con dolcezza sulle labbra le dita della mano per baciarle prima di toccare il riquadro sull’annuncio funebre in cui è stato riprodotto il viso sorridente dell’amico scomparso. Un gesto dolce intimo utile ad affrontare la triste realtà di quella bara di legno ai cui lati hanno preso posto mamma Fabiola e papà Augusto, gli zii, i nonni e i cugini. Poi solo lacrime mentre il sacerdote dice messa e ricorda il ragazzo dagli occhi verdi e dal sorriso tenero, sempre pronto a farsi in quattro per aiutare gli amici che stavano male, che avevano un problema. La commozione raggiunge il culmine quando una ragazza e un ragazzo hanno letto due messaggi scritti dagli amici per Minu. Fino all’esplosione finale, quando verso le quattro la bara esce dalla chiesa portata a spalla. Mamma Fabiola e papà Augusto camminano sorreggendosi l’uno all’altra. Abbracciano forte parenti e amici, mamme e papà della loro stessa età. Sanno che d’ora in avanti dovranno stare vicini. Perché non avranno più il loro «angelo» a rallegrare la loro vita. Rimangono per lunghissimi minuti sul sagrato della chiesa di Concorezzo, quasi a volersi fare coraggio prima di affrontare il viaggio verso il cimitero di Monza dove Michael riposerà.
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