Martedì 17 Giugno 2025
REDAZIONE CRONACA

Giallo di Vimercate, ragazzo morto a Capodanno: Michael ucciso dal monossido

Lo ha stabilito l'autopsia, il medico legale ha escluso altre piste di Rossana Brambilla e Dario Crippa

La casa di via Ponti 16 a Vimercate, nel riquadro il giovane Michael Minunno

Vimercate (Monza), 6 gennaio 2015 - Monossido di carbonio. Il giallo sembrerebbe risolto. Michael Minunno, il ragazzo di 17 anni trovato morto in un divano-letto in una casa di corte di via Ponti, a ridosso del centro storico di Vimercate, sarebbe stato vittima della perdita da una caldaia difettosa. La risposta arriva dall’autopsia eseguita ieri mattina sul corpo del giovane di Concorezzo: il medico legale ha informato gli inquirenti - in testa il sostituto procuratore Salvatore Bellomo - che gli elementi trovati sono compatibili con una morte da monossido.

Restano tuttavia alcuni punti da chiarire. Innanzitutto, perché Nicola Fumagalli, il ragazzo che si trovava accanto a Michael, il figlio del padrone di casa, che il 2 gennaio ha compiuto 18 anni, si è salvato? Perché è stato trovato soltanto privo di coscienza, ma dopo una notte in ospedale sotto sedazione in coma indotto e un trattamento in camera iperbarica, è fuori pericolo? I medici hanno spiegato a questo proposito che ogni organismo è diverso, che ciascuno reagisce in maniera diversa a un avvelenamento, anche di monossido di carbonio.

E perché la donna delle pulizie inviata dal padre di Nicola a controllare non si è sentita male anche lei? Qui l’ipotesi è che la donna avesse spalancato la porta a tal punto da lasciar fuoriuscire ogni elemento tossico. Questo dovrebbe servire a spiegare anche il fatto che pompieri e soccorritori arrivati con un’ambulanza inviata dal 118 non abbiano rilevato con i propri strumenti tracce di monossido di carbonio al momento di entrare.

Se poi si aggiunge il fatto che la pista delle sostanze stupefacenti è stata di fatto accantonata dagli inquirenti dopo che non sono state trovate tracce di droghe nell’abitazione e nel sangue di Nicola Fumagalli (solo piccolissimi quantitavi di cannabis), il cerchio si dovrebbe chiudere da sé.

A questo punto la Procura di Monza chiederà un’analisi più approfondita giusto sulla caldaia dell’abitazione, per capire se fosse effettivamente a norma e perfettamente funzionante o piuttosto difettosa. Resta comunque una tragedia in cui pochi potranno tirare un sospiro di sollievo. C’era una casa dove si è tenuta una festa a San Silvestro a cui hanno partecipato una trentina di ragazzi approfittando dell’assenza dei genitori di Nicola Fumagalli: nulla di strano, nulla di fuori dal normale.

Il problema è che quei ragazzi piano piano alla sera di Capodanno sono tornati nelle loro case, tranne appunto Nicola e Michael, rimasti a dormire, anche per festeggiare il compleanno del primo che si sarebbe celebrato l’indomani. Non è andata come sperato. I due ragazzi si sono sentiti male. Uno - il più giovane - è morto, mentre il suo compagno più grande sveniva e rimaneva accanto a lui probabilmente per ore senza potersi rendere conto della tragedia in atto. Alle famiglie restano ora dolore e angoscia. Come a quella di Nicola Fumagalli, il figlio dei padroni di casa. La voce che si sente suonando il citofono della sua abitazione è giovane e cordiale, ma determinata a salvaguardare la privacy della famiglia. Non vogliono rilasciare dichiarazioni, i parenti di Nicola. Stanno riportando alla normalità le condizioni di salute del ragazzo, i medici del San Gerardo. Sarà invece un brutto rientro a scuola per gli studenti dell’Ipsia di San Rocco.

Domani al banco di Michael non siederà nessuno. «Appena appreso il nome del ragazzo – dichiara Renata Cumino, dirigente scolastica dell’istituto -, abbiamo subito mandato un telegramma alla famiglia. Siamo tutti molto addolorati. Ricordo il volto sorridente di Michael. Era amato dai suoi compagni. Stiamo cercando di organizzarci per venire incontro a ogni esigenza degli alunni. Quando verremo a conoscenza della data del funerale li accompagneremo in chiesa. Tutto il personale e gli studenti della scuola stanno condividendo il dolore della famiglia. Siamo vicini ai genitori. Non ho voluto ulteriormente disturbare i Minunno, ma ho pensato tanto alla tragedia che stanno vivendo». Si è invece recato da loro ieri, dopo la messa, don Pino Marelli, il parroco di Concorezzo, pronto a offrire tutto il suo appoggio. «Avere una risposta può aiutare la famiglia a superare il dramma – dichiara -. Ma il dolore da affrontare è molto. Solo la fede e il tempo possono giovare in questi casi».