Mercoledì 1 Maggio 2024

Messaggio per pochi L’ultimo pasticcio: Zelensky al Festival, ma a notte fonda

Frenetica ricerca di un momento adeguato per il leader ucraino. Poi, il compromesso: pochi minuti dopo le due e per iscritto. Amadeus legge: "L’Ucraina vincerà la guerra con il mondo libero"

di Piero Degli Antoni

Tanto rumore per nulla. Abbiamo dovuto aspettare le due e un quarto di notte per ascoltare un messaggio di Zelensky che non aveva niente di divisivo, poco più che un saluto formale e l’annuncio della vittoria.

L’ingarbugliata vicenda ieri si è tinta di giallo, anzi di nero, visto che si è conclusa a notte inoltrata. Non il massimo della visibilità per un momento così importante e così atteso. Zelensky ha scritto: "Da più di sette decenni, il festival di Sanremo si sente in tutto il mondo. Si sente la sua voce, la sua bellezza, la sua magia, la sua vittoria. Ogni anno sulle rive del Mar Ligure vince la canzone. Vincono la cultura e l’arte. La musica vince! E questa è una delle migliori creazioni della civiltà umana. Sfortunatamente, per tutto il tempo della sua esistenza, l’umanità crea non solo cose belle. E purtroppo oggi nel mio paese si sentono spari ed esplosioni. Ma l’Ucraina sicuramente vincerà questa guerra. Vincerà insieme al mondo libero. Vincerà grazie alla voce della libertà, della democrazia e, certamente, della cultura. Ringrazio il popolo italiano e i suoi leader che insieme all’Ucraina avvicinate questa vittoria. Auguro successo a tutti i finalisti e dal profondo del mio cuore voglio invitare i vincitori di quest’anno a Kyiv, in Ucraina, nel Giorno della vittoria. Nel giorno della nostra Vittoria! Questa vittoria oggi viene creata e ottenuta in condizioni estremamente difficili. Grazie ai nostri difensori! Grazie a loro coraggio, indomabilità, invincibilità. Centinaia di canzoni sono già state scritte su questo, e ne ascolterete una oggi. E sono sicuro che un giorno ascolteremo tutti insieme la nostra canzone di vittoria!".

Resta da capire perché i dirigenti Rai abbiano deciso di far leggere il messaggio a un’ora così tarda, dopo le due di notte, addirittura dopo l’orario previsto inizialmente dalla scaletta della finale, quando ci sono ovviamente molti meno spettatori davanti alla tv. Tutto lascia supporre che volessero narcotizzare la platea residua. Pur prendendo per buona la spiegazione che è stato lo stesso Zelensky a volere una lettera e non un video, la decisione di posticiparlo così tanto è stata presa autonomamente dalla Rai. I dirigenti Rai, in un mondo che non li vuole più (il governo che li ha nominati è defunto) hanno probabilmente cercato il miglior compromesso possibile: il video no, la lettera sì – alle 21 troppo presto, alle 23 mmmhhh, alle due dormono tutti e chi se ne frega. Ieri ai giornalisti si era presentato in mattinata l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk, che aveva letto – anche lui – un discorso edificante: "Il palco dell’Ariston è l’occasione per trasmettere la verità", per "far tornare la pace sul continente europeo e perché il mondo superi il terrore e l’oscurità una volta per tutte".

E ancora: "Gli eventi musicali hanno cessato di essere solo intrattenimento. Qui possono essere sollevati temi sociali, temi della politica internazionale. Ne è testimonianza il festival di quest’anno che ha sollevato diverse questioni cruciali, mi riferisco agli interventi di Roberto Benigni, di Chiara Ferragni, alla questione delle foibe.

La cultura non può stare fuori dalla politica." Il messaggio è stato accompagnato da un brano eseguito dalla band ucraina Antytila (si temeva che si esibissero in mimetica ma non è stato così). C’era un ragazzo che come loro.