Mercoledì 24 Aprile 2024

Luci spente a Milano Shopping nel limbo

La città di Milano vive ancora in un limbo, fra ripresa dopo la pandemia e nuove crisi: dietro le luci delle vie dello shopping, ci sono saracinesche che chiudono. E negli altri capoluoghi di provincia lombardi, in dieci anni, sono quasi 1.500 i negozi al dettaglio scomparsi. "La pandemia ha dimostrato una volta di più quanto sia fondamentale avere un’importante rete di attività economiche all’interno dei tessuti urbani, in grado di creare le condizioni ideali per garantire servizi di qualità e favorire lo scambio sociale – spiega il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia Carlo Massoletti -. I distretti del commercio sono un’importante leva per provare a invertire questa tendenza alla desertificazione, ma è necessario insistere anche su multicanalità e un dialogo con le proprietà immobiliari per ridurre il fenomeno dei negozi sfitti. Per contrastare più efficacemente l’effetto desertificazione è importante, inoltre, un coinvolgimento sempre maggiore delle amministrazioni locali". Dal 2012 al 2022 a soffrire maggiormente sono i centri storici delle città lombarde prese in considerazione nella ricerca, con circa un -19% di attività, mentre in periferia si registra un -13%. Un trend negativo che rispecchia i dati nazionali.

Poi c’è la questione salari, non in linea con il costo della vita in costante aumento in una città come Milano. "Gli stipendi dei lavoratori del settore sono troppo bassi – spiega Marco Beretta, segretario generale della Filcams-Cgil di Milano – e la difficoltà nel trovare personale si spiega con le condizioni offerte. Le persone, a fronte di salari bassi, non sono più disposte a orari spezzati, turni nel fine settimana e ritmi che non consentono di conciliare vita e lavoro. In generale l’occupazione ha ripreso a correre, anche se si avvertono ancora sofferenze nelle attività più legate al turismo".

Andrea Gianni