Venerdì 3 Maggio 2024

L’offensiva (ideologica) delle artiste

Concita

Borrelli

nche io sono Giorgia ma non rompo i coglioni a nessuno". Così l’interprete di Come saprei ha scritto della leader di Fratelli d’Italia, sua omonima, dileggiando l’ormai famoso jingle "Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana". Ariete, 20 anni, l’8 agosto scorso, dal palco di Gallipoli ha dichiarato: "Voglio dirvi di pensare bene se voterete quella persona. Qui siamo tutti contro Giorgia". Quest’ultima affermazione l’avrà commissionata a un serio sondaggista perché ne era ben convinta. Levante, cantante, scrittrice, contestando il programma di Fratelli d’Italia punto per punto ha concluso con: "Non proseguirò questo elenco, ho un po’ di nausea". Elodie, la bella e lunga Elodie, riferito sempre alla stessa ed unica leader donna di partito: "Il suo programma mi fa paura". Poi la Bertè, vabbè, una mattina si è svegliata e si è scatenata contro la fiamma nel simbolo di FdI. Al netto del voto, segreto e libero di ognuno di noi, mi son chiesta perché, l’altra sera, sul terrazzo di casa, cantavo capire tu non puoi tu chiamale se vuoi emozioni senza pensare a Lucio Battisti o mandare un pensiero all’ineffabile Mogol. Cantavo l’arte. Punto. Quella che ti resta per generazioni. Che ha attraversato anche fasi politiche fortemente e tragicamente connotate, senza inquinarti il piacere di ascoltare o di vedere. Senza sparare ideologie d’accatto di cui già la politica tutta è piena, ma sulla bocca dei giovani lo diventano ancor di più. La parte giusta è quella della imprescindibile Ferragni, ma anche dei loft di Trastevere? Quel cinema italiano dal quale Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica ed Enrico Lucherini, il più grande press-agent italiano, si sono dissociati. "So’ tutte influencer, più che artiste" mi verrebbe da dire, "e so’ fluide". Il che significa che oggi il nemico è Giorgia, domani chissà.