Martedì 30 Aprile 2024

Lo zero termico è a 4.800 metri E in montagna arrivano le disdette

Nuovo crollo sul ghiacciaio della Marmolada. Turismo: in controtendenza Valtellina e Val d’Aosta . Il caldo torrido arriva anche ad alta quota. E domani salgono a nove le città da bollino rosso

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ROMA

Caldo e siccità record, incendi. E lo zero termico che ha raggiunto i 4.800 metri – l’altezza del Monte Bianco – ieri e salirà ancora. Oggi secondo l’Istituto Meteo dell’Aeronautica, sarà di 4.997 metri sopra l’Appennino Tosco emiliano e di 5.123 sopra l’Umbria e domani toccherà i 5.212 metri sopra l’appennino abruzzese e molisano. Il cambiamento climatico non fa sconti. L’ondata di calore – ribattezzata millenaristicamente ’Apocalisse4800’ da ilmeteo.it – si annuncia essere la più intensa dell’anno: sono previste temperature "in continuo e costante aumento" con punte di 39-41°C a Milano, Pavia, Bologna, Ferrara, Padova, Firenze. Le città da bollino rosso sono in crescita, da cinque ieri, passeranno a nove domani: sono Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Genova, Latina, Perugia, Rieti e Roma.

L’Italia bolle e la risposta dei ghiacciai è quella attesa: prosegue il rapido scioglimento. E questo comporta uno sconvolgimento dell’ambiente alpino.Ieri ha chiuso per mancanza d’acqua il rifugio Gonella a quota 3.071 sul Monte Bianco e lo stesso rischiano di fare molti altri. "C’è il rischio – dice Riccardo Giacomelli, presidente della commissione rifugi del Cai – che uno su quattro sia costretto a chiudere la stagione prima del previsto".

Ieri c’è stato un nuovo crollo sulla Marmolada. Secondo le prime verifiche della provincia di Trento, un preesistente crepaccio di circa 200 metri di larghezza e 25-25 metri di spessore si è approfondito. Il problema è strutturale, per questo la Commissione Grandi Rischi ha sollecitato l’avvio di un percorso che "richiederà una mappatura della pericolosità, l’individuazione delle aree particolarmente critiche e la predisposizione di sistemi di monitoraggio". Le possibili azioni di monitoraggio sono state ieri al centro di una riunione – convocata dal Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio – con i presidenti e i rappresentanti delle Regioni e delle Province Autonome dell’arco alpino.

Sulle Alpi le ripercussioni sul turismo sono per ora limitate alle immediate vicinanze della Marmolada e in particolare al versante bellunese. Walter De Cassan, presidente di Federalberghi della provincia di Belluno, dice che molti colleghi hanno segnalato la cancellazione di prenotazioni e un calo generale delle richieste. Le preoccupazioni riguardano soprattutto la Val Pettorina (Malga Ciapela, Rocca Pietore) che porta al passo Fedaia e, parzialmente, la zona di Arabba. "La gente pensa che sia tutto chiuso, che la funivia sia chiusa – spiega De Cassan –, invece iI sentieri della zona veneta sono tutti aperti".

A soffrire sono anche le guide alpine che lavoravano sulla Marmolada. "Il calo del nostro giro d’affari, vista l’ordinanza di chiusura sulla Marmolada – dicono le guide di Canazei – è del 30% a livello dell’intera valle. Sugli altri itinerari non c’è riduzione, ma la Marmolada, pesa". In Trentino, guide alpine e rifugi della Marmolada a parte, è tutto regolare. "Fortunatamente – dice Cristofore De Bertol dell’Apt della Val di Fassa – non c’è stata nessuna riduzione delle prenotazioni in Val di Fassa". "In tutta la provincia – conferma Gianni Battaiola, responsabile di Federalberghi della provincia di Trento – non c’è stato nessun effetto, anche se con i cambiamenti climatici dovremo fare i conti".

Tutto ok anche nella lontana Courmayeur, sotto i ghiacciai del Bianco. "Per fortuna – osserva Stefano Cavaliere, titolare di 2 alberghi a Courmayeur e presidente degli albergatori locali – non c’è stato nessuna impatto, nessuna cancellazione neppure telefonate preoccupate". La stagione nel resto dell’arco alpino va bene. La Valtellina segna un +40% di prenotazioni, la Val d’Aosta segna un lieve aumento, il Trentino e l’Alto Adige sono grossomodo sui livelli del 2021. La domanda c’è, il cambiamento climatico pure e la montagna dovrà farci i conti.

Alessandro Farruggia