Lunedì 29 Aprile 2024

L’islam radicale e il coraggio di Macron

Giovanni

Serafini

Ci vuole coraggio per difendere i diritti dello Stato laico in un momento così pericoloso per la Francia. Ci vuole forza per lanciare la sfida al “separatismo” in un Paese che ospita 8 milioni di musulmani. Ci vuole lucidità e onestà intellettuale per affermare che la Repubblica ha commesso un gravissimo errore lasciando proliferare all’ombra delle istituzioni le frange più radicalizzate dell’Islam. Nessun presidente - né Mitterrand, né Chirac, né Sarkozy, né Hollande - ha mai avuto voglia di confrontarsi con l’iceberg che denunciava la presenza di una realtà sempre più drammatica: molte chiacchiere, toni bellicosi, nessun gesto concreto. Quel gesto lo ha fatto Emmanuel Macron, una settimana dopo l’attentato contro “Charlie Hébdo”, pronunciando uno storico discorso a Les Mureax, località perduta della banlieue parigina in cui neanche la polizia osa entrare.

La Francia - ha detto - non rinuncerà mai ai valori della laicità che costituisce da secoli il suo cemento. Non accetterà che venga messo in discussione il diritto alla satira, e alla critica delle religioni. Difenderà il principio della libera espressione nato con il secolo dei Lumi. Non farà di ogni erba un fascio, individuando in ogni musulmano un potenziale terrorista; ma non esiterà a colpire il separatismo che "mira a costruire una contro-società, un ordine parallelo il cui obiettivo finale è prendere il controllo completo". Alle parole stanno seguendo i fatti: chiusura di moschee radicalizzate (come quella di Pantin, alle porte della capitale), messa al bando di associazioni salafite e wahabite, arresto di pseudo-imam giunti da paesi arabi per creare tensioni Nella popolazione musulmana. La legge sul separatismo voluta da Macron sarà votata nelle prossime settimane e darà nuove armi a magistrati, poliziotti, forze politiche. Una svolta. La prima da secoli, da quel lontano 1736 in cui Voltaire, il grande filosofo dell’Illuminismo, scrisse una tragedia poi dimenticata. S’intitolava “Il fanatismo del profeta Maometto”.