Mercoledì 24 Aprile 2024

L’imprenditore Zoppas "Formazione e incentivi per rilanciare l’impiego"

L’appello del presidente di Confindustria Veneto: i contratti costano troppo. E boccia il Reddito di cittadinanza: "Basta con gli aiuti, servono politiche attive"

di Sandro

Neri

MILANO

Più che una piattaforma di richieste è un appello. "Da industriale mi unisco a tutti quegli imprenditori che stanno pagando il prezzo della crisi in atto e dell’instabilità politica e chiedo ai partiti di farsi carico delle nostre istanze. Ci sono in gioco i livelli occupazionali e la tenuta del tessuto economico". Matteo Zoppas, 48 anni, dirigente dell’azienda di famiglia e fino al 2019 presidente di Confindustria Veneto ritiene che l’agenda del prossimo governo non debba ignorare alcune priorità: "Non è l’agenda di Mario Draghi - precisa - perché l’appello è fatto indipendentemente da chi siederà in parlamento o a Palazzo Chigi dopo le prossime elezioni. Però voglio sperare che chiunque vincerà la sfida delle urne voglia farsi carico dei problemi che sta vivendo l’industria italiana. E che, anzi, i partiti inseriscano queste emergenze già all’interno del dibattito in campagna elettorale".

Quali problemi e quali emergenze, in particolare?

"Quelli legati alla crisi energetica, sicuramente. E poi quelli del mondo del lavoro. Temi di cui, a causa della crisi di governo, la classe politica parla fin troppo poco".

Il tema del reddito di cittadinanza tornerà anche in campagna elettorale. Lei che ne pensa?

"Che servirebbero politiche attive per il lavoro. E che, se proprio ci deve essere un reddito di cittadinanza, chi lo percepisce debba impegnarsi a cercare un lavoro o a garantire alla società un valore aggiunto. Per esempio venendo impiegato in lavori socialmente utili o, meglio ancora, in attività necessarie. Attualmente il problema non è infatti che il reddito di cittadinanza garantisce soldi a chi non fa niente. Questa è solo una faccia della questione".

L’altra?

"Che questa situazione preclude agli imprenditori di trovare forza lavoro. È un problema molto diffuso".

Forse mancano politiche adeguate per i giovani.

"Questo è un punto fondamentale. Abbiamo bisogno di giovani preparati, capaci di spirito di sacrificio, da impiegare nelle aziende per tenere alto il valore del Made in Italy".

Tradotto?

"Occorre investire nella formazione, coinvolgendo le scuole professionali, le università, le stesse imprese per creare una didattica vicina alle esigenze reali del mondo del lavoro. Gli Its, gli atenei, i master sono tutti strumenti utili a far crescere professionalità e competenze e garantire alle aziende uno scambio di know-how. Le imprese crescono grazie al capitale umano. Bisogna creare adesso i presupposti per le aziende di domani".

La Zoppas Industries lo fa? "Faccio parte del cda del Cuoa Business School di Vicenza, una scuola di management che svolge attività di formazione e sviluppo della cultura imprenditoriale e manageriale, perché credo in questo tipo di percorso. Sia Enrico che Gianfranco Zoppas, presidenti dei rispettivi rami di attività della famiglia, credono molto nell’importanza del capitale umano ed è per questo che le aziende della famiglia investono in formazione: le eccellenze formative ripagano le imprese dei loro sforzi".

Il taglio del cuneo fiscale è fra le sue richieste?

"Una riduzione importante, almeno a doppia cifra, è necessaria. Incentivi dati agli investimenti possono generare lavoro. Gli imprenditori italiani hanno bisogno di essere competitivi sui mercati internazionali giocando alla pari con i loro concorrenti. Invece oggi partono svantaggiati proprio per le differenze sul piano fiscale, in alcuni casi superiori al 20 per cento".

Partita complicata.

"C’è un sistema di costi a cui il Paese deve far fronte. Lo so. Serve un lungo lavoro per riformare la macchina pubblica e abbattere il costo della burocrazia". Le aziende chiedono il bonus per convertirsi alle energie rinnovabili. Una strada percorribile?

"Direi di sì. Gli aiuti oggi sono fondamentali per la sopravvivenza di molte imprese. Serve il rinnovo del credito d’imposta: per le aziende energivore e non solo per loro. I rincari dell’energia e delle materie prime stanno mettendo a dura prova il tessuto industriale. Specie quelle imprese che non possono scaricare sul prezzo dei prodotti il costo dei rincari. Sa qual è il rischio?".

Dica.

"Che quanto sta schiacciando le imprese, questa sorta di inflazione sommersa, possa riversarsi sull’inflazione normale, facendola salire ancora di più. Con tutte le conseguenze che è facile immaginare".