Lunedì 29 Aprile 2024

"Liberate Topolino dal copyright". Vendetta repubblicana sulla Disney

Conservatori irritati dalle posizioni pro gender del colosso, che ora rischia di perdere i primi Mickey Mouse

Steamboat Willie, 1928, è il primo corto in cui appare Topolino

Steamboat Willie, 1928, è il primo corto in cui appare Topolino

di Giampaolo Pioli

NEW YORK

I repubblicani vogliono la testa di Topolino. Il personaggio simbolo della Walt Disney – da quando ha debuttato 94 anni fa in un cortometraggio in bianco e nero – potrebbe avere le ore contate. Nel 2024, infatti, la protezione del copyright per Mickey Mouse scadrà, rendendo di dominio pubblico la versione originale e d’altri tempi di Steamboat Willie, rendendola libera da utilizzare per artisti, imprese e fan. Un gruppo di legislatori repubblicani – si legge sul Los Angeles Times – ha deciso di opporsi a qualsiasi sforzo per estendere la protezione, già prorogata due volte dalla data di scadenza originale nel 1984.

Un modo per punire la Disney, che alcuni conservatori hanno definito una forza culturale smisurata con un programma progressista che hanno recentemente definito pericoloso. Martedì, il senatore repubblicano del Missouri, Josh Hawley, ha fatto un ulteriore passo avanti, dicendo che prevede di introdurre una legislazione per privare la Disney delle protezioni del copyright quest’anno. I diritti d’autore passerebbero retroattivamente da 95 anni a 56, liberando di fatto altre versioni di Topolino, compresa quella di Fantasia (1940) che è il modello sui cui si basano tutti i Topolini moderni. Quelli creati dal 1966 in poi, come le moderne versioni computerizzate, invece, resterebbero esclusiva della Disney. Per ora il colosso Usa si è rifiutato di commentare.

Anche prima della campagna repubblicana contro la Disney, il gigante dell’intrattenimento si stava preparando alla scadenza del suo copyright, affermano gli esperti. Tanto che la Disney, spesso chiamata "la casa del topo", negli ultimi anni sembra aver preso le distanze dal suo personaggio più iconico, utilizzandolo di rado e per progetti minori. L’attenzione dei repubblicani sul diritto d’autore fa parte di una lotta più ampia che l’Elefante ha intrapreso contro la Disney, scatenata all’inizio di questa primavera sulla legge sui diritti dei genitori nell’istruzione della Florida, legislazione più comunemente nota dai critici come la legge "Non dire gay".

Ma questa non è l’unica tegola per la società fondata da Walt Disney. E se Mickey e Minnie Mouse fossero costretti a lasciare la Florida, perché "perseguitati politici" dal governatore repubblicano Ron De Sanctis, c’è già il governatore democratico Jared Polis del Colorado pronto ad accoglierli insieme a tutto il grande parco della Disney di Orlando. Secondo gli ultimi provvedimenti legislativi approvati in Florida che dovrebbero entrare in vigore a luglio ma che sono stati impugnati dalla multinazionale del divertimento in quanto incostituzionali, Disney sarebbe costretta a pagare centinaia di milioni di dollari di tasse perdendo il suo status speciale e vedrebbe annullati tutti i benefici fiscali e legali di sui a sempre goduto diventando di fatto a Orlando una città nella città.

Molti vedono nell’inasprimento dei rapporti fra le autorità statali e la multinazionale una sorta di pura vendetta politica del governatore DeSantis molto contrariato dalla posizione che Disney ha preso a difesa delle comunità Lgbtq. De Santis – uno dei più visibili governatori scettici nei confronti delle misure contro il Covid, anche se la Florida è uno degli Stati che risulta avere i maggiori contagi – è impegnato in una difficile corsa per le presidenziali del 2024 e lo fa proprio in quello che è diventato lo Stato di Trump, vero e proprio padre-padrone del Partito repubblicano.

Rispetto a una prima grave preoccupazione degli investitori, ieri il colosso del divertimento anche televisivo e cinematografico ha chiuso il suo secondo trimestre registrando 7,9 milioni di abbonati in più raggiungendo un totale di 137,7 milioni complessivi. È stato questo balzo in avanti a Wall Street, mentre Netflix e altri colossi cinematografici scendono, che ha fatto sorridere gli investitori preoccupati dalla disputa col governatore della Florida. Topolino ha mille vite.