Giovedì 9 Maggio 2024
ANTONELLA COPPARI
Cronaca

Le coincidenze della storia Corsa per evitare la data imbarazzante

Per uno scherzo del destino i tempi del nuovo esecutivo si sovrappongono all’anniversario della marcia su Roma. Il 13 ottobre l’inaugurazione delle due Camere. Consultazioni intorno al 18-20, poi incarico e giuramento

La coincidenza è imbarazzante per tutti, la tentazione per la sinistra inevitabile. Si può scommettere che l’incarico a Giorgia Meloni non verrà affidato il 28 ottobre, centenario della marcia su Roma. E altrettanto dicasi per l’eventuale giuramento del governo. E tuttavia, se non proprio coincidenti, le date inevitabilmente lo saranno quasi: si parte il 13 ottobre con la prima riunione della Camere, poi si procede all’elezione dei due successori di Casellati e Fico e, solo dopo la formazione dei gruppi in Parlamento, verrà avviato al Quirinale il meccanismo da cui uscirà il sessantottesimo governo della nostra Repubblica. Secondo una prima bozza di calendario, se il Parlamento avrà finito gli adempimenti, le consultazioni potrebbero iniziare lunedì 17 o martedì 18: a cascata, poi, verrà il resto. Difficilmente ci sarà un cambio della guardia a Chigi prima del consiglio europeo del 20-21 ottobre, cui dovrebbe partecipare Draghi. E dunque, come si fa a negare che il caso sia stato a modo suo beffardo?

Un secolo dopo quella marcia un po’ sgangherata che il 30 ottobre portò al conferimento dell’incarico al Cavaliere Benito Mussolini, la leader che relazione, sia pure oramai molto alla lontana, con quella infausta esperienza ce l’ha, arriva allo stesso punto. Qualche numero, per chiarezza: per l’elezione dei presidenti delle Camere servono 24 o 48 ore. E siamo al 14: per la formazione dei gruppi, quanto meno a Montecitorio, occorrono 4 giorni: ecco qui la data ipotizzata per l’inizio delle consultazioni. Se ci sarà uno slittamento, potrebbe essere dovuto alla discrepanza tra i regolamenti delle due Camere: per gli stessi adempimenti, al Palazzo Madama sono previsti 7 giorni, anche se si farà di tutto per anticipare.

In caso contrario, Mattarella non potrà iniziare il suo giro prima del 20 ottobre. Per evitare incroci antipatici, a quel punto bisognerà fare tutto molto in fretta: 48 ore dovrebbero bastare per le consultazioni. Eccoci al 22 ottobre: se Giorgia Meloni avesse già la lista dei ministri pronta, senza bisogno di sue consultazioni come premier incaricato nulla vieterebbe che il dibattito sulla fiducia possa avvenire tra il 25 e il 26 – record di velocità – dribblando ogni imbarazzo. È chiaro che se ci fosse qualche intoppo, e la data cerchiata di nero si avvicinasse pericolosamente sarebbe interesse di entrambi, inquilino del Colle e nuovo ospite di Palazzo Chigi, evitare la sovrapposizione.

Trattandosi dell’Italia si potrebbe pensare che qualcuno sfrutterà l’occasione per picchiare e delegittimare. La tendenza a saccheggiare il ripostiglio del Novecento per usare la storia come strumento contundente in politica è pronunciata. E tuttavia in campagna elettorale si è fatto con parsimonia, è lecito auspicare che non scatti nemmeno dopo: se il 28 ottobre si lascerà che il passato riposi in pace sarà tanto di guadagnato per tutti. Anche per la sinistra.

Antonella Coppari