Venerdì 26 Aprile 2024

La polveriera ucraina serve a Putin

Roberto

Giardina

Ucraina è una polveriera, ma nessuno vuol dare fuoco alle polveri. Da sette anni si combatte in un conflitto che tutti all´Ovest cercano di non vedere. E i caduti sono già più di 13mila, una cinquantina dall´inizio di gennaio. Mosca controlla nell´Ucraina orientale, nel Donezk, una fascia lungo il confine, e in due settimane ha inviato altri 40mila uomini in Crimea. Sono in corso grandi manovre, una dimostrazione di forza, o come qualcuno teme si prepara l´invasione della zona mineraria del Dombass? Kiev chiede aiuto, ma da Berlino, Parigi, Bruxelles arrivano dichiarazioni di solidarietà, e si seguono gli eventi con preoccupazione che l´Ucraina possa prendere una decisione inopportuna. Il comandante supremo delle forze ucraine, il generale Ruslan Chomtschak, parla di un possibile azione militare per riprendere il controllo della fascia sul confine.

Un avvertimento rivolto piuttosto agli occidentali che una minaccia alla Russia. Come dire alla Nato: fermateci, per favore. Ma dateci qualcosa

in cambio. A Bruxelles,

il segretario generale dell´Alleanza ha incontrato Dmitri Kuleba, il ministro degli esteri di Kiev, per rassicurare gli ucraini, e convincerli a non reagire. Putin è un campione di scacchi, e nel 2014 diede scacco matto a Obama. Si prese la Crimea, una mossa audace, ma aveva previsto che la Nato non avrebbe voluto reagire. I rapporti con Berlino, che il Cremlino considera sempre l´interlocutore privilegiato, sono tesi. Allo stesso tempo, la Germania non intende rompere: nonostante le pressioni degli Usa, intende portare a termine il gasdotto del Baltico, ormai quasi completo. E tratta per il vaccino Sputnik. L´acuirsi della crisi giunge nel momento meno opportuno, come sa Putin. La provoca per ottenere un vantaggio su altri fronti, non per conquistare le regioni orientali dell´Ucraina, miniere di carbone di relativa importanza.