
La piccola di origini peruviane è sparita il 10 giugno 2023 da una struttura occupata di Firenze. Di lei più nessuna traccia. La ricostruzione fotografica della procura e l’appello: "Chi sa qualcosa parli".
Da quel 10 giugno 2023, la piccola Kata è stata cercata ovunque. Dentro l’ex hotel Astor di via Maragliano, nel quartiere Novoli di Firenze, setacciando ogni angolo e intercapedine. Fuori dalla struttura: nei condomini limitrofi, nei letti dei vicini corsi d’acqua, e perfino all’estero. Della bambina peruviana, che all’epoca aveva cinque anni, non è stata però rinvenuta nessuna traccia. E due anni dopo la sua scomparsa, nell’inchiesta rimangono pochi punti fermi.
La procura di Firenze ha emesso ieri una nota nella quale fa luce su quanto fatto fino ad oggi, diffondendo inoltre una foto, ottenuta attraverso la rielaborazione digitale, di come potrebbe essere la piccola peruviana oggi a 7 anni. Il procuratore capo, Filippo Spiezia, ha lanciato anche un appello: chiunque sia oggi in possesso di utili informazioni, può segnalarlo rivolgendosi al numero telefonico 055 2061.
Mia Kataleya Chicllo Alvarez, per tutti Kata, viveva con la mamma all’interno dell’albergo ai tempi occupato da circa 100 persone, tra cui più di 30 bimbi. L’ex Astor è un porto di mare: gli occupanti cambiano di giorno in giorno, la struttura è contesa da due gruppi, ci sono pestaggi, spaccio di droga, racket delle stanze e spedizioni punitive. Dietro quelle mura scrostate la piccola cresce, giocando con i cugini e il fratello. E proprio di quei momenti restano due fermi immagine, gli ultimi scatti prima della scomparsa nel nulla, registrati da una telecamera intorno alle 15 di quel sabato di giugno: lei parla con il fratello e un gruppetto di bambini, e poco dopo scende dalle scale esterne dell’immobile. Poi il buio. Nessuno vede nulla. E anche a due anni di distanza niente ha intaccato il silenzio che circonda il mistero.
L’allarme scatta nel primo pomeriggio, quando la mamma rientra all’Astor da lavoro. La prima chiamata al 112, tuttavia, parte alle 18.45. I carabinieri la invitano ad andare a fare la denuncia nella caserma di Santa Maria novella. Prima di arrivare lì fa tappa dalla polizia ferroviaria, dove però non viene raccolta la denuncia. Idem in un ufficio di immigrazione poco distante. Arriva negli uffici dell’Arma intorno alle 19,40. Alle 20.30 inizia la verbalizzazione della denuncia. I militari poco dopo perquisiscono le stanze a disposizione della famiglia della piccola. E solo la mattina seguente, a circa 12 ore di distanza, entrano nel resto delle camere.
Nei giorni (e nei mesi) successivi vengono poi eseguite ricerche di tracce biologiche, indagini con l’ausilio dei cani molecolari e con i reparti specializzati dell’Arma. Accertamenti che ad oggi, scrive la procura, hanno escluso che il corpo sia rimasto all’interno dell’ex hotel. Sono più di dieci le piste battute dalla Dda e dai carabinieri, compresa quella di una aggressione a sfondo sessuale. Nulla viene escluso. E ad oggi, con l’accusa di sequestro di persona, sotto inchiesta ci sono due zii di Kata, Abel e Marlon.
Tra i punti fermi dell’inchiesta rimane anche il fatto che la bambina non è uscita dai varchi di ingresso dell’ex hotel. La presenza di telecamere ha escluso questa possibilità. Si ritiene invece che sia stata fatta passare da un cortile sul retro, scavalcando un muro di recinzione. Tra le ipotesi, anche quella secondo cui i responsabili si siano poi disfatti del corpo, gettandolo in uno dei cassonetti presenti nella strada e che quella notte non furono controllati.