Venerdì 26 Aprile 2024

Jason, il pilota-ragazzino non ce l’ha fatta

Il 19enne Dupasquier è morto in ospedale dopo l’incidente di sabato. Niente stop alle gare, lo sfogo di Valentino Rossi: "Ti chiedi che senso abbia correre"

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dall’inviato Riccardo Galli

SCARPERIA (Firenze)

"Sono un tipo fin troppo sensibile, lo so, ma io continuo a pensare che la gara non si doveva correre. Per me è stato sbagliato e irrispettoso farlo…". Pecco Bagnaia non ci sta. E non ci stava. La notizia della morte di Jason Dupasquier — che non ce l’ha fatta dopo il terribile incidente di sabato durante le prove di Moto3 — piomba sul paddock del Mugello proprio mentre sta partendo la gara della Moto2 (intorno a mezzogiorno). Un pugno allo stomaco. Tremendo. Devastante. "Quando ho saputo di Jason — riprende Bagnaia — ho smesso di pensare a tutto. Era impossibile concentrarsi. Era impossibile pensare ad altro. In quel momento ho pensato e detto che non avrei corso, che non avrei voluto correre. Poi… il nostro lavoro è questo e sono andato in pista".

La scena si sposta su come la MotoGp ha deciso di ricordare il giovane pilota svizzero: un minuto di silenzio, con tutti i piloti insieme sulla linea del traguardo insieme alle squadre e davanti alla moto con il numero di Dupasquier, un gruppetto dei suoi meccanici e un telo con la foto del pilota e il suo nome Jason, stilizzato con il suo numero, il 50. "E in quegli istanti, in quel minuto — conclude Bagnaia — il pensiero è tornato a quella morte assurda, ho perso la concentrazione, non potevamo essere concentrati… la caduta poco dopo? Non m’importa niente. E comunque se fosse morto un pilota della MotoGp forse non avremmo corso".

È scosso anche Valentino Rossi. "Mi sono chiesto che senso avesse correre – sussurra –. Sapendo che un pilota è morto ti chiedi se abbia senso continuare una gara. Io da una parte penso che non abbia senso partire in questi casi, ma dall’altra aggiungo che evitare di gareggiare non avrebbe cambiato le cose e domenica prossima, a Barcellona, avremmo comunque dovuto ricominciare".

La domenica del Mugello è stata una domenica difficile. Delicata, segnata da un silenzio assordante in tutto il paddock, già in un vuoto pneumatico per le limitazioni legate al Covid. Il vincitore del Gp, Quartararo, racconta la sua gara tutta all’insegna del ragazzino svizzero morto dopo l’incidente di sabato. "Ho pensato 24 volte a Jason e l’ho fatto ogni volta che sono passato alla curva 9, l’Arrabbiata 2, dove nelle qualifiche di sabato l’abbiamo visto sbattere a terra e…". La voce di Quartararo si rompe. Ha vinto lui al Mugello, è vero, ma questo oggi conta davvero poco. Forse niente.