Sabato 4 Maggio 2024

Istat, cala la popolazione in Italia. Nascite al minimo storico

Al 31 dicembre 2018 i residenti nel nostro Paese erano 60.359.546, -124mila rispetto all'anno precedente. Diminuiscono anche i decessi

Reparto neonatologia (Newpress)

Reparto neonatologia (Newpress)

Roma, 3 luglio 2019 - Italia multietnica, ma con meno abitanti e soprattutto con culle sempre più vuote. E' la fotografia del nostro Paese che arriva dal 'Bilancio demografico nazionale Anno 2018' dell'Istat pubblicato oggi. Continua il calo della popolazione residente: i dati rilevano che al 31 dicembre 2018 è di 124.427 unità in meno rispetto all'anno precedente (-0,2%). Si tratta del quarto anno consecutivo di diminuzione: dal 2015 sono oltre 400mila i residenti in meno, un ammontare superiore agli abitanti del settimo Comune più popoloso d'Italia. 

Si registrano inoltre un livello minimo di nascite, meno decessi e meno iscrizioni dall'estero rispetto all'anno precedente. Nel dettaglio, la diminuzione delle nascite nel 2018 è di oltre 18mila unità rispetto al 2017 pari al -4%. Sono stati iscritti in anagrafe per nascita 439.747 bambini, un nuovo minimo storico dall'Unità d'Italia. Al primo gennaio 2019 risiedono in Italia 60.359.546 persone, di cui l'8,7% sono straniere. Invece è del -3,2% il calo degli iscritti dall'estero dovuto soprattutto alla diminuzione di immigrati stranieri (332.324, oltre 11mila in meno rispetto al 2017).

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LE NASCITE - Il calo delle nascite si registra in tutte le ripartizioni ma è più accentuato al Centro (-5,1% rispetto all'anno precedente). La diminuzione delle nascite nel nostro Paese si deve principalmente a fattori strutturali. Infatti, si registra una progressiva riduzione delle potenziali madri dovuta, da un lato, all'uscita dall'età riproduttiva delle generazioni molto numerose nate all'epoca del baby-boom, dall'altro, all'ingresso di contingenti meno numerosi a causa della prolungata diminuzione delle nascite osservata a partire dalla metà degli anni Settanta. L'incremento delle nascite registrato fino al 2008 è dovuto principalmente alle donne straniere. Negli ultimi anni ha iniziato progressivamente a ridursi anche il numero di stranieri nati in Italia, pari a 65.444 nel 2018 (il 14,9% del totale dei nati). Tra le cause del calo, la diminuzione dei flussi femminili in entrata nel nostro Paese, il progressivo invecchiamento della popolazione straniera, nonché l'acquisizione della cittadinanza italiana da parte di molte donne straniere. Le nascite di bambini stranieri si concentrano nelle regioni dove la presenza straniera è più diffusa e radicata: nel Nord-ovest (21,0%) e nel Nord-est (20,7%). L'Emilia-Romagna ha la percentuale più alta di nati stranieri (24,3%), la Sardegna la più bassa (4,5%).

GLI STRANIERI - L'Istituto di Statistica fa notare che negli ultimi quattro anni i nuovi cittadini per acquisizione della cittadinanza sono stati oltre 638mila. Senza questo apporto, il calo degli italiani sarebbe stato intorno a 1 milione e 300mila unità. Nel quadriennio, il contemporaneo aumento di oltre 241mila unità di cittadini stranieri ha permesso di contenere la perdita complessiva di residenti. Al 31 dicembre 2018 sono 5.255.503 i cittadini stranieri iscritti in anagrafe; rispetto al 2017 sono aumentati di 111mila (+2,2%) arrivando a costituire l'8,7% del totale della popolazione residente. Il Report certifica anche che il numero di cittadini stranieri che lasciano il nostro Paese è in lieve flessione (-0,8%) mentre è in aumento l'emigrazione di cittadini italiani (+1,9%).

MENO DECESSI - Nel Belpaese diminuiscono anche i decessi, che si assestano sulle 633mila unità in linea con il trend di aumento registrato a partire dal 2012, ma in calo rispetto al 2017 (-15 mila). In una popolazione che invecchia è naturale attendersi un aumento tendenziale del numero dei decessi e le oscillazioni che si verificano di anno in anno sono spesso di natura congiunturale. I ricercatori dell'Istituto di statistica fanno notare che le condizioni climatiche (particolarmente avverse o favorevoli) e le maggiori o minori virulenze delle epidemie influenzali stagionali, ad esempio, possono influire sull'andamento del fenomeno come è avvenuto nel 2015 e nel 2017, anni di un visibile aumento dei decessi. Dalla capacità del nostro sistema socio-sanitario di proteggere gli individui più fragili dalle condizioni di rischio congiunturali e ambientali, con azioni di prevenzione e di cura mirate dipenderà, in buona parte, l'evoluzione futura altalenante o meno dei decessi. La diminuzione del numero di decessi si registra in quasi tutte le ripartizioni, con un decremento più consistente nel Centro (-4,3%) e nel Sud (-4,4%). Solo nel Nord-ovest si registra un lieve aumento di decessi (+0,4%). Il tasso di mortalità è pari a 10,5 per mille, varia da un minimo di 8,3 per mille nella provincia autonoma di Bolzano a un massimo di 14,3 in Liguria ed è legato alla struttura per età della popolazione. 

50 DIVERSE NAZIONALITA' - La presenza di quasi 50 nazionalità differenti con almeno 10mila residenti conferma il quadro multietnico del nostro Paese. Al 31 dicembre 2018 le differenti cittadinanze presenti sono 196. Le cinque più numerose sono quella romena (1 milione 207mila), albanese (441mila), marocchina (423mila), cinese (300mila) e ucraina (239mila), che da sole rappresentano quasi il 50% del totale degli stranieri residenti, confermando la graduatoria del 2017.