Martedì 30 Aprile 2024

Crisi internazionali, ecco come l'Italia si addestra a combattere

Esercitazione Mangusta della Brigata paracadutisti Folgore, in collaborazione con i soldati americani. Viaggio di Q.net nel cuore delle manovre militari

Un momento dell'esercitazione della Folgore

Un momento dell'esercitazione della Folgore

Roma, 1 novembre 2015 - La terra del sottobosco è fradicia, le foglie degli alberi sono ancora lucide di pioggia dopo un giorno e quasi una notte intera di scrosci d'acqua. Gli uomini della 20esima compagnia paracadutisti del 183esimo Reggimento Nembo di Pistoia scivolano nel buio come pellerossa delle montagne rocciose. Volti dipinti di nerofumo e in assetto di guerra. Il silenzio è d'oro. Da 24 ore sono avvicinamento all'obiettivo: un casolare arroccato su un pendio dove i nemici, miliziani vicino allo Stato di Kamon, hanno installato un ripetitore - centro radio che va assaltato e distrutto. A tutti i costi. L'attacco è previsto per le prime ore del mattino. Tutto dipende anche dalla informazioni che la pattuglia di esploratori mandata in avanscoperta saprà comunicare alla compagnia in avvicinamento. Notte fonda. C'è spazio per qualche ora di sonno.

I parà si fermano mimetizzati sotto piccole coperture ammantate di foglie. Assetto a semicerchio, piccole pattuglie intorno e al centro gli altri sempre pronti a reagire. In attesa dell'ultimo balzo verso l'obiettivo denominato Pero. I miliziani con truppe regolari di Kamon sono penetrati nello Stato di Tytan e lì hanno preso possesso di una zona ampia, nell'ambito della quale hanno installato il ripetitore. In tutta l'area è in corso una operazione internazionale più a vasto raggio, richiesta dal governo di Tytan, che vede anche l'impegno di 120 paracadutisti americani di stanza a Vicenza. L'obiettivo è conquistare la zona Lydia e poi aprirsi il varco verso l'aeroporto di Gambella, tenuto dai miliziani e da truppe regolari di Kamon, per poi aprire la porta all'invio massiccio di truppe alleate.

Sembra tuttto vero. E' invece lo scenario dall'esercitazione Mangusta della Brigata paracadutisti Folgore che quest'anno è allestita in collaborazione con i militari americani proprio in virtù delle possibili e prossime operazioni di pacificazione internazionali. Leggi forse Libia o Siria e più probabilmente ancora Afghanistan. Il presidente  Usa Barack Obama, infatti, ha bloccato intanto il ritiro delle truppe a stelle e strisce dall'Afghanistan e  il sottosegretario alla difesa Domenico Rossi a seguire ha aggiunto: "Anche il contingente italiano resta e si rafforza", ha detto.

L’area delle operazioni di Mangusta abbraccia un’estesa parte di territorio toscano comprendente le province di Livorno, Siena, Pisa e Grosseto, e la parte nord del Lazio. La Mangusta si svolge tra il 22 ottobre e il 6 novembre. All’evento, il più grande a partiti contrapposti mai svolto quest’anno sul territorio italiano, partecipano 1000 parà italiani, appartenenti a tutti i Reggimenti Paracadutisti della Brigata Folgore, unità del 185° Reggimento RRAO  (COMFOSE) oltre a 120 paracadutisti dell’Esercito americano.

L’attività, improntata al massimo realismo, con scontri a fuoco (pallottole a salve naturalmente) non ha luogo secondo uno schema predefinito, ma si sviluppa in base alle decisioni assunte sul campo dai comandanti. Come nella realtà. I soldati sono dotati di sensori sulla mimetica e sull'elmetto che rispondono con un suono se colpiti dal 'raggio' dei fucili mitragliatori dotati di un dispositivo di puntamento. Il suono significa che sei colpito e devi uscire dal war game, dal gioco. I rumori però sono reali perché le munizioni a salve producono esplosioni come nella realtà.

L’esercitazione, collegata con la Trident Juncture, nella quale è impiegato un Reggimento paracadutisti, ha lo scopo di testare le procedure d’impiego della Brigata Folgore, alla luce dello sviluppo delle nuove capacità dell’Esercito Italiano, ed è l’ideale prosecuzione delle altre attività già sostenute quali la Tuscan Express e Swift Response, altre recenti esercitazioni tutte improntate ad 'allenare' le forze di intervento rapido della Nato ad un possibile impiego di pacificazione di  paesi come Libia o Siria.

Intanto è già mattina. E ora si attacca. I primi parà entrano da sud Est nella zona sensibile e cominciano a sparare. Colpi su colpi, mentre i miliziani rispondono. Cadono i primi uomini (gli istruttori gridano, tu fuori, sei colpito). Poi all'improvviso da sud comincia l'attacco vero. I paracadutisti sbucano dalla macchia, salgono strisciando, partono i colpi dei mortai, mentre la scena è semicoperta dai fumogeni bianchi e verdi. La battaglia si infittisce. I primi parà arrivano nei pressi dei casolare, si gridano gli ordini. Entrano da sud ovest e sfondano. I miliziani (altri paracadutisti del 33esimo Reggimento Ew trasmissioni) si difendono e quando capiscono che l'obiettivo sta per essere preso  simulano (secondo la procedura) la distruzione il ripetitore. Non deve cadere nelle mani del nemico. Chi difende si esercita a sua volta perché la simulazione è bilaterale. I blu attaccano, gli arancioni difendono. Mortai, colpi a  ripetizione, lo scontro è furibondo. Alla fine il centro radio è preso ma i miliziani si sono sparsi intorno e quindi bisogna fare una bonifica. Gli uomini dell'Ottavo Reggimento Genio guastatori di Legnago poco alla volta elimina le ultime sacche di resistenza dentro gli edifici e li ripulisce ispezionando porta per porta, stanza per stanza. Irruzione a tre, bombe flash bang. Dentro e subito fuori. "Liberò ragà...", grida il comandante di plotone alzando il braccio. Avanti al prossimo. Occhio ci sono oggetti sospetti. Sono  Ied, due ordigni rudimentali? Esatto. Vanno fatti esplodere. Sul fianco un altro scontro a fuoco. Alcuni miliziani riparati su un fianco attaccano ma vengono neutralizzati. 

I prigionieri. Ne  viene catturato uno. Secondo le procedure va interrogato subito sul campo, deve rivelare ciò che stava facendo e le prime informazioni utili. In questo caso forse trasmetteva dati sull'attacco. Gli viene messo un cappuccio in testa e fatto inginocchiare. Domande insistenti e raffica, ma precise. Sente più voci intorno perché è circondato da tre uomini in ginocchio pure loro ma non vede. Più tardi verrà preso in consegna dagli analisti per un interrogatorio più approfondito. Il centro tramissioni è preso e messo in sicurezza dasi paracadutisti. Ora possono arrivare le altre truppe e allargare la bolla di sicurezza. 

Intanto bisogna evacuare i feriti. Il parà addetto alle trasmissioni chiede l'intervento dell'elicottero. Un gruppo di paracadutisti si dispone a semicerchio e accende un fumogeno per segnalare all'elicottero in arrivo la posizione e il vento. Le pale battono a ripetizione il cielo azzurro, e l'AB205 si abbassa come un gigantesco pipistrello nel prato senza spegnere il motore. Sopra vola a semicerchio a protezione un elicottero da combattimento Mangusta del 7 Vega pronto a intervenire. Si alza e si abbassa minaccioso. Lo guida il capitano Pamela Sabato, il primo pilota donna dell'esercito.

Allarme. Sparano di nuovo mentre i due feriti in barella vengono caricati. I miliziani tentano una sortita da nord. I parà a protezione ingaggiano un nuovo conflitto a fuoco e chiedono rinforzi. La zona è ancora ostile. Intanto i feriti vengono issati a bordo e l'elicottero si alza, mentre il Mangusta è pronto a intervenire. Gli attaccanti però si ritirano. Il rumore delle pale si affieviolisce mentre i due velivoli si allontanano e diventano puntini nel cielo. Per oggi non si combatte più. Ad osservare lo sguardo, la concentrazione e i movimenti dei paracadutisti della Folgore non si direbbe che si tratta di una esercitazione.