Lunedì 29 Aprile 2024

Intelligenza artificiale, il Garante blocca ChatGpt: "Viola la privacy degli utenti"

Fermato il trattamento dei dati e avviata un’istruttoria, OpenAI rischia fino a 20 milioni di multa. Da ieri sera la piattaforma è inaccessibile in Italia. L’azienda ha venti giorni per effettuare le correzioni

Il Garante della Privacy italiano ha preso di mira i giganti del web. Prima la sanzione al social cinese TikTok per le pubblicità personalizzate e le pericolose (per gli adolescenti) challenge (sfide) sul social. Ora, ecco arrivare lo stop a ChatGpt (il chatbot che sfrutta l’intelligenza artificiale per generare nuovi testi) finché non rispetterà la disciplina inerente alla privacy. Il Garante per la protezione dei dati personali ha infatti disposto, con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma e ha contestualmente aperto un’istruttoria sul tema.

Nel provvedimento, reso noto ieri, il Garante rileva la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati, i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di "addestrare" gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma. Come testimoniato dalle verifiche effettuate dall’Autorithy, le informazioni fornite da ChatGpt non sempre corrispondono al dato reale, causando un trattamento di dati personali inesatto.

ChatGpt, il più noto tra i software di intelligenza artificiale relazionale in grado di simulare ed elaborare le conversazioni umane, lo scorso 20 marzo aveva subito una perdita di dati (detto "data breach") riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni di abbonati a pagamento. Infine, nonostante, secondo i termini pubblicati da OpenAI, il servizio sia rivolto ai maggiori di 13 anni, l’Autorità della Privacy evidenzia come l’assenza di qualsivoglia filtro per la verifica dell’età degli utenti esponga i minori a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza. OpenAI, che non ha una sede nella Ue, ma ha designato un rappresentante nello Spazio economico europeo, dovrà ora comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.

Al di là della privacy, la preoccupazione per gli effetti dell’intelligenza artificiale è alta: lo dimostra il fatto che non dei fautori del ritorno al Medioevo pre-tecnologico, ma personalità come Elon Musk, insieme a imprenditori e accademici di tutto il mondo, abbiano firmato un appello, rivolto alle aziende e ai governo, per fermare l’addestramento delle intelligenze artificiali e, in particolare, delle AI generative come ChatGPT, con una moratoria di almeno sei mesi, per sviluppare protocolli di sicurezza. Il rischio, secondo chi ha firmato l’appello, è di andare a "sconvolgimenti economici e politici di vaste proporzioni".

Ieri sera il sito di ChatGpt è stato reso inutilizzabile per gli utenti italiani. Chi provava ad accedere trovava una desolante scritta grigia su sfondo beige: "Accesso negato. Non hai accesso a chat.openai.com. Il proprietario del sito potrebbe aver impostato delle restrizioni che ti impediscono di accedere al sito".

Interessanti le diverse reazioni del mondo politico. Il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, plaude alla decisione del Garante, rivendicando di dover dare "risposte di sovranità sui nostri dati personali" e la necessità di "evitare violazioni del diritto d’autore". Molto più aperturista il leader di Iv, Matteo Renzi ("L’idea che le istituzioni italiane possano bloccare lo sviluppo dell’AI è una barzelletta. Non si ferma l’innovazione per decreto").