Martedì 30 Aprile 2024

Insulti social alla Martina sbagliata "Non sono io la mamma assassina"

Stessi nome, cognome, età e città dell’arrestata. In campo la polizia postale

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Insulti e minacce sui profili social per una ragazza di Catania che ha lo stesso nome e cognome di Martina Patti, la 23enne in carcere con l’accusa di omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere della figlia Elena, di neanche 5 anni. Anche sua figlia si chiama Elena e anche lei ha 23 anni.

La sfortunata ragazza omonima di Catania, che lavora in un panificio e non ha nulla a che vedere – neanche una lontana parentela – con la storia terribile che ha travolto Mascalucia e l’Italia intera, ha affidato a un post sui social la propria difesa: "Non sono io – ha scritto – la mamma della bambina trovata morta" ma si è anche rivolta alla polizia postale per denunciare l’accaduto.

Sui profili Facebook e Instagram della ragazza, infatti, nei giorni scorsi sono comparsi insulti e minacce da chi ha cercato ‘nome e cognome’ della madre omicida e si è fermato al primo profilo di una donna con lo stesso nome e cognome e una bambina in braccio. Tra i messaggi si legge anche: "Marcisci in carcere e rifletti su cosa hai fatto". "Sei una m... di donna. Hai ucciso tua figlia, il sangue del tuo sangue", "Ti sei rovinata l’esistenza. Tua figlia ti maledirà, come i tuoi genitori e i tuoi suoceri".

Tra l’altro, la Martina Patti responsabile dell’omicidio della figlia Elena non è presente sui social e se anche ci fosse stata, questi messaggi sarebbero stati inutili anche per lei, visto che si trova detenuta nel carcere di Piazza Lanza a Catania e – ovviamente – non è a contatto né con il mondo reale né con quello social.