Mercoledì 8 Maggio 2024

Insulti razzisti, il grido del ragazzino: "Sono più forte di loro"

Il racconto della mamma del baby portiere: "Nessun adulto è intervenuto, questo fa male"

I ragazzini di Grignanese e Casale Fattoria 2001 dicono 'no' al razzismo

I ragazzini di Grignanese e Casale Fattoria 2001 dicono 'no' al razzismo

Quando è cominciato l’odio razzista in campo? "Gli insulti sono iniziati subito – risponde Ana, la madre cubana del ragazzino vittima in campo –, c’erano anche cartelloni offensivi come 'Benvenuti all’inferno'. Comportamenti incredibili, c’erano molti adulti presenti, ma non hanno fatto nulla per fermare la raffica di razzismo dai tifosi".

Nessun adulto è intervenuto? "Non hanno mosso un dito".

Suo figlio ha continuato a giocare senza problemi: ha dimostrato fermezza, è stato più forte dei bulli. "Tanto di cappello, in quei momenti è stato grandioso. Non mi aspettavo fosse così forte. Gli insegno sempre l’educazione, in casa il rispetto è la prima regola. Il suo mister una volta mi ha fatto i complimenti: ‘Bravissima, tuo figlio è l’unico che mi dà del lei tra i giocatori’. Poi altri allenatori, invece, lo maltrattavano: ‘Sei una ballerina, devi cambiare sport’".

Suo figlio ha pensato a smettere di giocare? "No, ha giocato anche a basket e rugby: ama lo sport e ha la testa giusta per superare queste difficoltà".

Cosa le ha detto dopo la gara? "In auto mi ha chiesto se avevo sentito tutto. ‘Mamma, non ti preoccupare, io sono più forte di loro’. Io gli ho spiegato: non ti devi vergognare della pelle che hai, poi loro hanno visto male, non sei nero. Ho voluto minimizzare perché ha già vissuto episodi fastidiosi a scuola. Ho sempre cercato di farlo proteggere da professori o allenatori. Insulti come ‘negro di m..’ però non erano mai arrivati".

I genitori sono troppo esaltati nello sport giovanile? "Sì, bisogna calmare gli animi, le tifoserie sono troppo cariche e vanno sempre oltre i limiti".

Suo figlio ha dato una lezione di vita ai razzisti. "Sì, lui crede nel calcio. Ma ha perso un po’ di fiducia nelle persone, a volte mi dice ‘mamma, non esco, perché i veri amici non esistono’. È grande e grosso, ma in realtà è ancora molto piccolo e ho paura che qualcuno si approfitterà di lui in futuro".

Si aspetta delle stangate a livello sportivo? "Abbiamo ricevuto molte scuse da parte dell’altra società, è intervenuto il governo, ma servono paletti più rigidi. Noi genitori dobbiamo assistere alle partite in tranquillità, non è un ring. Dobbiamo comportarci da adulti, dare l’esempio e divertirci allo stadio, al di là del risultato. Il calcio è una passione per tutti e deve restare tale".

Lei è mai stata vittima di razzismo? "Io ho subito in passato: sono adulta e vaccinata, ma fa sempre male. L’Italia è casa mia, avevo 16 anni quando sono venuta qui da Cuba. Mio figlio è italiano. Serve più integrazione".

Cosa vuole dire suo figlio ai bulli e ai razzisti? "Dovete smetterla di insultare le persone per il colore della pelle. Non siamo nessuno per offendere gli altri, tutti siamo uguali".