Lunedì 29 Aprile 2024

Incubo varianti, Italia sempre più rossa Da lunedì non ci saranno più zone gialle

Draghi dà il via libera al nuovo decreto legge contro la pandemia. Otto regioni e la provincia di Trento nell’area di massimo rischio

di Alessandro Farruggia

Natale con i tuoi, e Pasqua pure. Il combinato disposto del decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri e dei dati settimanali della pandemia colora quasi tutta l’Italia di rosso e di arancione, con la sola Sardegna a restare bianca. Il decreto, in vigore da lunedì 15 marzo al 6 aprile, prevede che nei giorni di Pasqua e Pasquetta e il sabato precedente – 3, 4 e 5 aprile – l’Italia sarà tutta in zona rossa a eccezione di eventuali regioni in zona bianca. Il decreto prevede anche l’applicazione, nei territori in zona gialla, delle misure attualmente previste per la zona arancione e l’applicazione automatica delle misure attualmente previste per la zona rossa nelle regioni in cui si verifichi una incidenza cumulativa settimanale dei contagi superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti, a prescindere dagli altri parametri riferiti al colore della zona. Il risultato è uno spostamento massiccio verso restrizioni severe. Il governo su questo è compatto pur se in Cdm il ministro leghista Giancarlo Giorgetti che avrebbe espresso (e con lui la forzista Carfagna) forti perplessità nei confronti delle norme accessorie di chiusura, a cominciare da quella che limita a una sola visita al giorno nelle abitazioni private sia nel weekend di Pasqua che nelle zone arancioni.

Ma ha poi prevalso la linea rigorista del ministro della salute Roberto Speranza, supportato dai ministri Pd e M5s. "Passano in area rossa – dicono al ministero della Salute – le regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio (che fa un doppio salto da gialla a rossa), Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento che si aggiungono a Campania e Molise che restano in area rossa. Tutte le altre Regioni saranno in area arancione per gli effetti del decreto legge approvato dal Cdm. È in corso una verifica sui dati della Basilicata. Nessuna regione è gialla. La sola Sardegna resta in area bianca".

Il report settimanale del monitoraggio della cabina di regia Iss-ministero della Salute era stato del resto esplicito. Nel report, relativo al periodo 17 febbraio-2 marzo, reso noto ieri, si evidenzia che l’incidenza tocca i 225,64 casi per 100.000 abitanti e "l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,16 (con un intervallo tra 1,02-1,24), in aumento rispetto alla settimana precedente e sopra 1 in tutto il range". E secondo i tecnici "un valore di Rt superiore a 1 indica che l’epidemia è in espansione, con i casi in aumento".

E infatti anche ieri i dati sono negativi. I contagiati salgono da 25.673 a 26.824, i morti aumentano da 373 a 380 mentre il tasso di positività (rapporto positivitest) è del 7,2%, (+ 0.3% rispetto a giovedì). Le terapie intensive aumentano di 55, i riveri covid in area non critica salgono di 409. E i malati torno a superare il mezzo milione (509.317). "L’elevata incidenza, l’aumento della trasmissibilità’ e il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri – chiosa il report della Cabina di regia – richiedono di anticipare l’innalzamentorafforzamento delle misure di mitigazione nazionali accompagnati da puntuali interventi di mitigazionecontenimento nelle aree a maggiore diffusione". E così è stato.

Va detto che anche chi rimane arancione lo è spesso a metà. È il caso della Toscana, che ha sfiorato la zona rossa. "Abbiamo tre province che superano i 250 contagi su 100mila abitanti: la provincia di Arezzo con 266, la provincia di Pistoia con 356, la provincia di Prato con 366. Per queste province – ha detto il presidente Toscana, Eugenio Giani – propongo la zona rossa. Posso preannunciare che c’è già una decisione di zona rossa per l’area cosiddetta del comprensorio del cuoio tra le province di Pisa e Firenze".