Venerdì 26 Aprile 2024

Il rebus della squadra Salvini si convince: Giorgetti all’Economia "Lieti di occuparcene"

Superate le perplessità del segretario che lo considera un avversario. Dopo i no di Panetta e Scannapieco, il nodo Mef verso la soluzione. Ora bisognerà capire come si compongono gli equilibri dentro la Lega

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di Ettore Maria Colombo

Il Southampton Fc ha perso 4 a 0 col Manchester City. E Giancarlo Giorgetti è molto preoccupato. Tifa, in modo sfegatato, per la squadra inglese che gioca in Premier League e naviga in cattive acque. Certo, ci sarebbero anche altri problemini. Per dire, potrebbe essere lui, “Giancarlo da Varese“ (classe 1966, nativo di Cazzago Brabbia), il prossimo titolare del Mef nel governo Meloni. Il ministro dell’Economia, fino a ieri, era una casella desolatamente vuota. Fabio Panetta, oggi nel board della Bce, ha detto “tre volte no“ alle pressanti richieste della premier in pectore. L’idea che il Capo dello Stato riesca a venire a capo della sua ostinata caparbietà, nonché predestinato alla carica di futuro governatore di BankItalia, non piace né poco né punto alla stessa Meloni. "Se dice no a me, non è che dice sì al Colle. Un no resta un no" sarebbe sbottata lei con i suoi. Altri (Scannapieco, ecc.) hanno opposto altri no. Meloni, a ieri, non sapeva bene che pesci pigliare.

Il coniglio dal cilindro sarebbe lui, Giorgetti. Il Mef resterebbe tale, altro che “scorporo“ fra Tesoro e Bilancio. La manovra preme, il tempo manca. Ieri, Meloni sarebbe andata in missione al Mef per incontrare l’attuale titolare, Franco, insieme al suo fidato braccio destro, Fazzolari, e a Maurizio Leo, che diventerebbe vice-ministro. I conti pubblici stanno messi come si sa: malino. Serve un ministro forte, competente, autorevole. Panetta era perfetto, ma nisba. Resta Giorgetti.

Ma far andar giù il nemico interno numero 1 di Salvini (Giorgetti) a Salvini medesimo non è facile. Il leader della Lega ha preso il toro per le corna. Anzi, Salvini scarta di lato, come i bufali. Riunisce il suo stato maggiore – Giorgetti in testa – di mattina presto, a Roma, alla Camera, e fa sapere che "sarebbe motivo di gran soddisfazione e orgoglio occuparsi con un ruolo rilevante anche di Economia e Finanze. Donne e uomini del partito di Salvini hanno già ricoperto prestigiosi incarichi di governo dimostrando il proprio valore" recita una nota del Carroccio. Poi, Salvini vede Silvio Berlusconi, già planato a Roma, a villa Grande, in attesa della sua “prima“ volta dopo anni, domani, il gran rientro al Senato. Ognuno dei due ha le sue belle gatte da pelare. Berlusconi deve salvare Tajani (che potrebbe finire dirottato al Mise) e la Ronzulli (al Turismo) e Salvini i quattro dicasteri che la Lega pretende. La quadratura del cerchio sarebbe mettere, proprio come Piantedosi, predestinato agli Interni, Giorgetti in quota tecnici e non uomini Lega. La quale avrebbe diritto a reclamare i suoi quattro (tra questi, pure Salvini: vuole le Infrastrutture). Giorgetti, attualmente titolare del Mise, sarebbe un “tecnico“ perfetto. È un noto “portasilenzi“. Detesta i giornalisti e con loro non parla mai mai. Ieri, intercettato alla Camera, si è fatto una risata e, in un ghigno, ha detto "non sono più giovane, sono pieno di dolori articolari". In effetti, ieri, a Roma pioveva e faceva freddo. Ma tempus fugit. Meloni ha fretta. Giorgetti, almeno, è una scelta.