Mercoledì 24 Aprile 2024

Il passato che ritorna Rinascono le Province "La legge entro fine anno"

Depositata una proposta in Senato da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. E c’è chi sogna le elezioni per l’ente intermedio già nel 2024, con le Europee.

di Andrea Zanchi

Esempio vivente dei tanti e inutili costi della politica, poltronifici buoni solo per piazzare qualche pezzo da novanta, moloch burocratici e inefficienti: tutte parole d’ordine di una stagione ormai conclusa e consegnata, forse definitivamente, agli archivi della storia. Perché dopo tanto dibattersi e altrettanto discutere la notizia è certa: le Province elette direttamente dai cittadini, spazzate via una decina di anni fa dalla riforma Delrio, sono pronte a tornare. E questa volta per durare a lungo. La prova? Il testo base del disegno di legge depositato ieri in Commissione Affari Costituzionali del Senato dai partiti della maggioranza – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – che sarà discusso a partire dalla prossima settimana e poi portato in Parlamento per l’approvazione finale. Tempi stimati: l’ok di entrambe le camere entro la fine dell’anno. Obiettivo: tornare alle urne il prima possibile, qualcuno sogna già nel 2024 insieme con le Europee in un unico, grande Election Day.

Il testo base del disegno di legge porta la firma del senatore di FdI Marco Silvestroni, ed è il frutto del lavoro del ‘comitato ristretto’ costituitosi a Palazzo Madama negli ultimi mesi per fare la sintesi delle posizioni dei partiti della maggioranza e di quelle dell’opposizione, visto che da inizio legislatura sono stati depositati ben nove disegni di legge in merito, di cui tre del solo Pd. La riforma a breve in discussione riporta indietro le lancette del tempo politico e istituzionale, visto che giunte e presidenti di provincia saranno eletti direttamente dai cittadini, così come giunte e sindaci delle Città Metropolitane. E qui sta un altro elemento di novità: le Città Metropolitane – in Italia ce ne sono dieci e coincidono con i principali capoluoghi regionali – sono state finora enti puramente di secondo livello. Tradotto, chi vince le elezioni nel Comune capoluogo si prende anche il governo della metropoli. Ora, con il ritorno all’elezione diretta, l’automatismo verrà spezzato, e sindaco del capoluogo di provincia e sindaco della Città Metropolitana (con relativa giunta) torneranno a essere due figure distinte. Nuovo, in parte, anche il sistema di elezione, un antipasto di quello che la maggioranza vorrebbe prima o poi applicare anche nelle città sopra i 15.000 abitanti: diventerà presidente di Provincia chi otterrà "il maggior numero di voti validi, purché corrispondente ad almeno il 40% dei voti validi". Nel caso nessuno superi questa nuova ’soglia 40’ si andrà al ballottaggio tra i due candidati più votati.

C’è poi il tema degli emolumenti: stipendi, indennità e gettoni di presenza faranno di nuovo la loro comparsa, anche se il testo di legge non specifica ancora in che modo e in che quantità. A questo, così come a definire le competenze e le dotazioni finanziarie delle rinnovate Province – vera sfida da vincere, insieme con quella di riportare dipendenti e funzionari che se ne sono andati verso altre istituzioni –, ci penserà una legge delega a firma del governo da adottare entro diciotto mesi dall’entrata in vigore della legge di riordino istituzionale.

"Non posso che ringraziare il lavoro svolto dal comitato ristretto, dalla sua presidente Daisy Pirovano e dai miei colleghi di partito Marco Lisei e dal sottosegretario Wanda Ferro – dice il senatore meloniano Silvestroni – Finalmente si supera la legge Delrio, restituendo ai cittadini la possibilità di esprimere di nuovo la propria scelta sui rappresentanti. Le Province sono enti di prossimità con i quali i cittadini devono poter interloquire e devono dunque poter scegliere direttamente, in questo modo ripristineremo un pezzo di democrazia purtroppo abolito. Così si ridà voce agli elettori, e questo disegno di legge è anche il primo passo per restituire dignità ai comuni non capoluogo".