Martedì 30 Aprile 2024

Il giudice: nessun veto dall’ex sugli embrioni

La prima sentenza in Italia sulla questione: non serve il consenso del separato. Il filosofo: tra i due litiganti ha vinto il diritto alla vita

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di Loredana Del Ninno

Storica sentenza nel campo della fecondazione assistita. Gli embrioni crioconservati da una coppia, che nel frattempo si è separata, potranno essere impiantati nell’utero della donna anche contro la volontà dell’ex partner. Lo ha stabilito il tribunale di S. Maria Capua a Vetere (Caserta), validando il diritto per la prima volta in Italia.

"Nel nostro Paese – sottolinea Gianni Baldini, legale della donna che si è così assicurata la facoltà di procedere, nonostante l’opposizione dell’ex marito –, quasi quattro coppie su 10 si separano entro i primi cinque anni di matrimonio. Sono in aumento anche le richieste di procreazione medicalmente assistita: oltre il 20% delle coppie presenta infatti problemi di infertilità". "L’ordinanza favorevole alla richiesta della donna adottata dal Tribunale monocratico – aggiunge Baldini –, è stata confermata dal Tribunale in composizione collegiale questo mese".

La sentenza pilota emessa dai giudici campani è destinata a far discutere.

"È una pronuncia controversa di cui non ho ancora letto le argomentazioni, ma che segue l’orientamento della legislazione vigente in materia, orientata a tutelare l’embrione", spiega Massimo Reichlin, ordinario alla facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e autore del volume La coscienza morale. "Tra i due litiganti – prosegue – i giudici hanno privilegiato gli interessi della terza parte in causa, il diritto di nascita dell’embrione. Il dibattimento non è nuovo e ricorda alcuni casi accaduti in America negli anni ’80. La ragionevolezza di questa decisione potrebbe anche derivare dal fatto che appare chiaro che nel dispositivo della legge l’embrione non debba essere considerata una res cioè una proprietà condivisa; non siamo di fronte a una cosa, ma a un potenziale soggetto di diritto".

"In linea teorica – commenta a caldo la giornalista, scrittrice e opinionista Barbara Alberti – la genitorialità sarebbe una scelta da condividere in due. Però sa cosa le dico? Sono secoli che subiamo vessazioni di ogni tipo, ci ammazzano per strada e quasi non importa niente a nessuno, quindi considero questo diritto acquisito una sorta di compensazione, da legge del contrappasso. Non dimentichiamo inoltre che un uomo può aspirare al diritto alla paternità anche dopo 20 anni. E a volte si tratta di vere e proprie intrusioni nella vita di figli, cresciuti da madri coraggiose perché il padre alla nascita si era defilato, obbligati a fare in conti con una presenza non sempre gradita".