di Ettore Maria Colombo
L’endorsement di Matteo Ricci. L’appoggio dei governatori del Sud, da Emiliano (Puglia) a De Luca (Campania). L’arrivo, in squadra, di due donne: Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona, e Pina Picierno, europarlamentare. E, forse, pure quello di un altro europarlamentare di sinistra, Brando Benifei, e dei giovani di ‘Occupy Pd’. Sono le tre frecce nell’arco di Stefano Bonaccini. Elly Schlein (che ieri ha ribadito che prenderà a breve la tessera del Pd) si rifiuta, da quando è scesa in campo, di interloquire con big e correnti. Un modo di fare che ha indispettito molti perché ritenuto una "mancanza di ascolto e di rispetto".
E così, la candidatura di Bonaccini prende quota. La macchina bonacciniana gira a pieno regime: in una settimana 2mila volontari e 107 province già coperte. Big e correnti si vanno riposizionando. La partita congressuale inizia a pendere dalla sua. Ieri, Matteo Ricci, a sorpresa, dalla sua Pesaro, annuncia il ritiro della candidatura che era stata in qualche modo prospettata più volte e l’appoggio a Bonaccini, di cui vuol rappresentare l’ala sinistra. Ricci si muove senza aver contrattato un bel nulla per sé, a differenza di Nardella, neo coordinatore della mozione Bonaccini. "Stefano è la guida che serve al Pd, è il più solido", spiega Ricci, che il 16 dicembre, a Roma, terrà una iniziativa nazionale con chi, finora, lo ha sostenuto (la rete di Ali): sarà chiusa da Bonaccini cui Ricci presenterà una piattaforma ‘di sinistra’ e incentrata sui sindaci. La sinistra, persa l’opportunità della carta Ricci, dovrà accodarsi, ma arrivando buon’ultima, cioè dopo Franceschini, su una candidata, la Schlein, verso cui mantiene fin troppe riserve. A meno che in extremis non decida di scendere comunque in campo con un suo campione (Orlando o Cuperlo) lanciando i temi del ‘socialismo’ per portarsi dietro Art. 1.
L’altra mossa di Bonaccini è di iniziare il suo tour per l’Italia partendo dal Sud (prossime tappe il Molise e poi l’Abruzzo), in particolare da Bari, dove lo sostiene il sindaco e presidente di Anci, Antonio Decaro. Presente anche il potente ‘capo’ del Pd pugliese, il governatore Michele Emiliano. Il quale dice che, ovviamente, "vuole ascoltare tutti, anche la Schlein", ma di fatto ha già scelto.
Infine, due donne sono pronte a entrare nella squadra di Bonaccini: la sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, solida tradizione Pci-Pds-Ds, che potrebbe ambire al ruolo di presidente del partito, e l’europarlamentare Pina Picierno, che diventerà coordinatrice della mozione Bonaccini al Sud, insieme a Piero De Luca, figlio di Vincenzo, altro governatore in via di conversione sulla strada di Bonaccini. Con una solida, e già prevista, presa sulle regioni chiave per vincere il congresso nel Pd (Emilia-Romagna e Toscana), l’annessione delle Marche (via Ricci), l’arrivo di truppe fresche dal Sud (Puglia e Campania, ma anche Abruzzo, Molise, Basilicata), al fronte bonacciniano mancano all’appello solo il Lazio (in mano a Zingaretti, pro-Schlein ma silente) e la Calabria. La Schlein appare più forte nelle città e nel voto di opinione ma, stante i rapporti di forza, il primo round congressuale, il voto tra gli iscritti, dovrebbe arridere a Bonaccini, partito a razzo. La Schlein, a quel punto, dovrebbe sperare solo in un voto di opinione molto marcato a suo favore, nel round delle primarie aperte, per rovesciare l’esito di un risultato che, al momento, appare già scritto.