Martedì 30 Aprile 2024

Il Cav macchia l’atlantismo di Giorgia "Vodka e lettere, Vladimir è un amico"

Lei ha fatto di tutto per accreditarsi con i partner Ue e Nato. Scivolone anche di Fontana: "Sanzioni boomerang"

Il Colle tace, ma non l’ha presa di certo bene. È il Quirinale, del resto, il garante, per prassi e pure per Costituzione, delle alleanze storiche dell’Italia (Ue, Nato, Usa). Giorgia Meloni tace, ma l’ha presa malissimo. Non foss’altro perché sul filo-atlantismo e l’anti-putinismo ha costruito una solida immagine di leader politica. La granitica adesione al quadro internazionale, che l’Italia ha prefissato nel suo dna da quando è una Repubblica (Ue, Nato e Usa, appunto), è uno di quei punti che non solo la premier in pectore non ha mai messo in discussione, ma che ha pure sudato sette camicie a far accettare sia ai suoi (nel Msi andava di moda il terzomondialismo) sia agli alleati, soprattutto a una Lega che è facile al rigurgito putinista. Il pasticcio è nato quando Berlusconi ha detto, per poi smentire sé stesso, di aver "riallacciato" i rapporti con Putin ("Mi ha mandato 20 bottiglie di vodka per il compleanno. Non posso dire cosa penso della guerra o viene fuori un disastro", solo che poi, invece, lo dice: "Se l’Ucraina entra nella Nato scoppia la Terza Guerra Mondiale"…). Poi, in più, ci si è messo pure il neo-presidente della Camera, il leghista Lorenzo Fontana, a dire che, sulle sanzioni alla Russia, "l’Europa ha fatto bene ma dobbiamo tenere conto che affrontiamo un Paese molto più abituato di noi a soffrire dal punto di vista economico e bisogna stare attenti: con le contro-sanzioni della Russia potremo cedere prima di loro. La nostra popolazione è meno abituata di quella russa a soffrire".

Solo che quelle di Fontana non sono parole dal sen fuggite, cioè smentibili, come quelle del Cav ai suoi, ma dette davanti al grande pubblico di Porta a Porta: "Attenzione alle sanzioni. Se diventano un boomerang, potremmo trovarci in gravi difficoltà: c’è la questione del grano che potrebbe portare a gravi carestie e un’ondata di immigrazione da Africa e Medio Oriente. Potrebbero essere un’arma usata da Putin per sconfiggere l’Europa". Ora, il ragionamento potrebbe anche avere una sua validità geopolitica, ma dato che arriva dalla terza carica dello Stato – e, fino a ieri, sospettato di filo-putinismo – provoca subito dure reazioni. Potrebbero essere non secondarie anche le conseguenze sul lavoro di formazione del governo. Come si era capito da giorni, la casella degli Esteri pareva ormai assegnata ad Antonio Tajani, numero due di Forza Italia. Le dichiarazioni putiniste del leader azzurro finiscono come minimo per "imbarazzare" il coordinatore di FI. Quanto ne mettano realmente a rischio la nomina non è dato sapere con certezza, ma qualche problema potrebbero crearlo. Forza Italia ha provato a mettere una toppa con una nota in cui si professava solido atlantismo, ma la frittata era ormai fatta.

Le opposizioni, ovviamente, soprattutto il Pd e il Terzo Polo, ci sono saltate su a piè pari. Del resto, il loro è un goal segnato a porta vuota. "Le dichiarazioni di Berlusconi e Fontana – dicono in coro – destabilizzano l’Europa". Ma, soprattutto, destabilizzano il governo Meloni, che nasce già col fiato corto e con una rabbia in corpo, quella di Giorgia, che sarà difficile da smaltire, anche perché da Mattarella ci deve ancora andare.

Ettore Maria Colombo