Giovedì 25 Aprile 2024

I presidi bocciano la riforma "Troppo timida: non ci serve"

Migration

"Pensiamo che possa essere un primo tentativo di creare quello che in letteratura scientifica si chiama ‘management scolastico’. Mi sembra, tuttavia, un tentativo molto timido". Commenta così, Mario Rusconi (foto), presidente dell’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola (Anp) di Roma, l’introduzione della qualifica di docente esperto prevista dal dl Aiuti bis. Da oltre vent’anni – come ricorda Rusconi – l’Anp chiede di valutare con criteri oggettivi la qualità del lavoro dei docenti promuovendo una progressione di carriera determinata dal merito e svincolata, almeno in parte, dalla mera anzianità di servizio. Proposte cadute nel vuoto in primis per l’opposizione dei sindacati.

In cosa considera deficitario questo intervento?

"Non ha ancora quella visione completa che noi auspichiamo da tanti anni. Non basta dare a qualche insegnante un emolumento maggiore. Serve un intervento strutturato in un ambito più ampio. Sono passi timidi che dovrebbero preludere a una impostazione ben più ampia e ben più solida del management scolastico e della carriera dei docenti. Ma la scuola ha bisogno di passi molto più incisivi".

Ritiene troppo restrittivo il limite di 8mila docenti l’anno?

"Tenendo presente che le scuole sono 8mila ma gli edifici scolastici sono 42mila, ci sembra un po’ una goccia nel mare. Se si vuole avviare un discorso serio sull’organizzazione scolastica non bisogna procedere con piccoli passi che, tra l’altro, creano un grande dissapore nella maggior parte degli insegnanti e dei sindacati e soprattutto non indicano una vera e propria lungimiranza professionale".

Attualmente cosa prevede il percorso di carriera di un docente?

"Assolutamente nulla. Ci sono delle prebende che vengono date con scarsi mezzi perché si ricorre al Fondo di Istituto delle scuole che è sempre molto deficitario. Ma non esiste una vera e propria carriera vale a dire un percorso che consenta all’insegnante, attraverso concorsi interni o titoli professionali che ha speso nell’ambito della propria scuola, di avanzare a un gradino successivo".

La qualifica di docente esperto colma tale carenza?

"A me sembra più un tentativo che si inserisce nella scia di figure come l’animatore digitale, il responsabile anti Covid, il responsabile anti bullismo. Quello che manca, lo ripeto, è una visione complessiva dell’organizzazione della scuola e del management scolastico di cui gli inglesi sono maestri. Tentativi fatti all’ultimo momento non hanno la possibilità, secondo noi, di cambiare l’organizzazione interna delle scuole".

Di questo tentativo, seppur ’timido’, possiamo salvare la componente meritocratica?

"Diciamo di sì. Bene valorizzare gli insegnanti più meritevoli ma così è una goccia nel mare".

Giulia Prosperetti