Mercoledì 24 Aprile 2024

I funerali di Saman. Il dolore del fratello: "Eri la più coraggiosa". L’imam: siamo con lei

Sepolta nel cimitero di Novellara la 18enne strangolata dai parenti. In serata la fiaccolata per ricordare la sua voglia di libertà . L’invito del capo delle comunità islamiche: ragazze, denunciate.

I funerali di Saman. Il dolore del fratello: "Eri la più coraggiosa". L’imam: siamo con lei

I funerali di Saman. Il dolore del fratello: "Eri la più coraggiosa". L’imam: siamo con lei

NOVELLARA (Reggio Emilia)

"Sei sempre stata una sorella forte e coraggiosa. Mi mancherai ogni giorno, ogni notte, ogni momento". Una frase scolpita in eterno sulla stele e la foto più iconica di Saman, con la banda rossa tra i luminosi capelli, il rossetto sgargiante e il mascara sulle ciglia dei suoi occhioni. Come avrebbe voluto vivere lei. Libera.

È il dolce addio scelto dal fratello Ali Haider per la lapide della 18enne pachistana alla quale finalmente ieri Novellara, il paese della bassa reggiana dove è cresciuta ed è stata uccisa nella maledetta notte fra il 31 aprile e il primo maggio 2021, ha potuto darle l’ultimo saluto in una giornata di lutto cittadino, iniziata coi funerali e terminata con una fiaccolata con oltre quattrocento persone che ha visto innalzare una gigantografia che ritrae Saman realizzata con centinaia di volti di donne dal gruppo ’Fuori Fuoco’, collocato di fianco al monumento dedicato ai Caduti.

Un infinito addio, a quasi tre anni dal barbaro delitto d’onore per mano dei suoi stessi familiari, reazione al no a un matrimonio forzato con un cugino in patria, e a poco più di tre mesi dalla sentenza di primo grado che ha visto condannare i genitori all’ergastolo (il padre Shabbar è in carcere, la madre Nazia è ancora latitante) e lo zio Danish che la strangolò a 14 anni.

Una cerimonia ristretta e privata, su volontà del fratello – l’unico a poter decidere a riguardo – anche come forma di protezione per lui che è stato il supertestimone al processo per omicidio. Sotto una pioggia scrosciante – la prima dall’inizio della primavera, quasi come se il cielo volesse piangere anch’esso per un fiore strappato troppo presto – il feretro con la candida bara è arrivato scortato dai carabinieri come a simboleggiare la protezione e la presenza dello Stato, nel piccolo cimitero di Nubilaria (nome latino di Novellara, letteralmente ‘città della nebbia’) blindato e inaccessibile per l’occasione.

Solo una quindicina di persone – tra cui il prefetto di Reggio Emilia, Maria Rita Cocciufa, la sindaca di Novellara Elena Carletti, rappresentanti delle comunità musulmane locali nonché alcune persone che il fratello ha voluto accanto (mentre non c’era Saqib, il fidanzato di Saman inviso alla famiglia che "ha promesso di farle visita più avanti, lontano dai riflettori", come spiega Barbara Iannuccelli, sua legale tramite la quale parte civile al processo) – ha assistito al rito islamico. Prima l’inumazione della salma, poi la sepoltura cercando la giusta collocazione rivolta alla Mecca. La celebrazione è stata presieduta dall’Imam Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii (l’unione delle comunità islamiche italiane). Il quale ha invitato il fratello di Saman a coprire la bara con la terra benedetta. Una degna e sepoltura dopo quella truce compiuta dai suoi assassini, che l’avevano interrata tre metri sotto un rudere, a cento passi dalla casa di Novellara dove aveva vissuto, prima che nel novembre 2022 lo zio si decise a rivelare il luogo dell’occultamento. Ali Haider, in assoluto silenzio, ha infine deposto una rosa bianca per la sorella che riposerà al fianco della tomba di Augusto Daolio, il compianto leader dei Nomadi, la band musicale di Novellara, cantore di "Io voglio vivere". Proprio come avrebbe voluto fare Saman.

"Non l’abbiamo rinnegata da viva, non lo faremo da morta", dirà poi a fine cerimonia, Lafram, che in serata ha presieduto una preghiera interreligiosa in memoria di Saman. "È stata uccisa da chi doveva proteggerla. Noi come comunità islamica abbiamo sentito il dovere di accompagnarla per l’ultimo saluto proprio per dire che Saman da viva e da morta è parte integrante della comunità islamica. E per lanciare un segnale a chi pensa che la religione sia stata il nemico numero uno di Saman. Ci siamo costituiti come parte civile nel processo per rimarcare senza se e senza ma che siamo dalla parte della vittima, non del carnefice". E poi l’appello: "Siamo dalla parte di Saman perché ha subito una barbarie indicibile. Diciamo alle donne che subiscono violenza che devono avere il coraggio di denunciare. C’è un problema culturale? Sicuramente ci sono alcune famiglie di zone rurali che si portano dietro atti tribali che vanno combattuti perché non possono far parte della nostra cultura e tradizione".

La sindaca di Novellara Carletti ha portato in dono sulla bara una lettera e una corona di carta realizzata dagli ex compagni di scuola del fratello di Saman, incontrati in mattinata. "Da oggi ognuno potrà portare a Saman un pensiero o un fiore. Il paese è ancora sconvolto da questa tragedia, ma consapevole ora su come bisogna combattere la violenza. Per noi è importante che riposi qui. Sarà per sempre il nostro simbolo di libertà...".

Antonio Lecci

Daniele Petrone