Mercoledì 24 Aprile 2024

Autostrade, i dubbi di Cottarelli: pochi vantaggi. "Nazionalizzare? Funziona poco"

L’economista è perplesso: "Finché non sapremo il costo dell’operazione restano troppi punti oscuri. Il Consiglio europeo di domani è decisivo, ma l’Italia deve scegliere le proprie priorità e chiedere il Mes"

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"Mi sembra il solito accordo salvo intese".

Non le piace proprio la soluzione che ha trovato il governo per Autostrade?

"Ci sono molti aspetti da chiarire: fondamentale è il prezzo a cui verrebbe acquisita Aspi da Cassa depositi e prestiti – risponde l’economista Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio dei conti pubblici dell’università Cattolica di Milano –. Magari si sa e non ci viene detto, ma l’impressione è che non sia stato definito".

Conte è sicuro: ha vinto l’Italia.

"Difficile dirlo, se non si sa quanto ci costa. Siccome la transazione è stata fatta sotto la minaccia di togliere la concessione è presumibile che lo Stato riesca a spuntare un prezzo più basso del valore di Aspi. E questo però pone un altro problema: quello di una transazione commerciale fatta sotto ricatto. Non voglio difendere Autostrade che ha fatto una marea di profitti su questa concessione, noto però che la vicenda è stata affrontata con un approccio politico. Dopo aver fatto affermazioni perentorie come ’mai più con i Benetton’, la preoccupazione maggiore rischia di non essere il bene del Paese, ma salvare la faccia".

Qual era la priorità?

"Premesso che ci sono responsabilità della società nel suo complesso e non solo di una parte, il punto fondamentale è il processo che deve accertare chi è responsabile del crollo del ponte Morandi che ha provocato tanti morti e che va avanti a rilento".

Nel frattempo lo Stato si ricompra la società, dando i soldi ai Benetton. È corretto parlare di nazionalizzazione?

"Correttissimo".

Ed è un bene o un male?

"Non mi pare che l’Anas gestisca le strade in modo eccellente e non vedo quale vantaggio abbia lo Stato nella gestione di una concessione del genere in cui la concorrenza è essenziale. Prima lo Stato deve imparare ad amministrare bene le scuole, gli ospedali e la giustizia. Poi può puntare su altro".

Pensiamo positivo: magari abbasserà le tariffe.

"Sì, ma addebitando il costo al contribuente. Chi usa le autostrade sarà finanziato da chi non le usa. Sono vent’anni che succede in Alitalia: chi prende l’aereo è sovvenzionato da chi non lo prende".

Tra poche ore Conte dovrà affrontare un altro negoziato complicato, quello sul Recovery fund. Che cosa si aspetta dal Consiglio europeo?

"Significativi passi avanti per ridurre le aree di disaccordo"

Quali pensa saranno le condizioni reali del Recovery?

"Penso che l’importo risulterà quello fissato di 750 miliardi, gli investimenti a fondo perduto saranno più dei prestiti e vedremo probabilmente un maggior coinvolgimento del Consiglio europeo rispetto alla Commissione".

Come giudica il programma nazionale di riforma del governo?

"C’è troppa carne al fuoco. Bisogna puntare su tre priorità: investimenti pubblici, riforma della pubblica amministrazione e giustizia".

In attesa che arrivino i soldi del Recovery, l’Italia può vivere senza Mes?

"Certo. Ma non vedo perché non prenderlo. Si risparmiano soldi, il rischio che ci siano condizioni è irrilevante. Il Mes sembra fatto apposta per noi".

 

 

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