Lunedì 29 Aprile 2024

No alla chemio, si cura con le ortiche. Giovane madre uccisa dal cancro

Rimini, la 34enne aveva scelto di seguire il metodo Hamer

La famiglia Hamer con la foto di Dick

La famiglia Hamer con la foto di Dick

Rimini, 3 settembre 2016 - OPERATA al seno per un tumore ha rifiutato la chemioterapia per curarsi con impacchi di ricotta e decotti di ortiche. Ieri mattina una donna di appena 34 anni, madre di due bambini di otto e dieci anni, è morta.  I disperati tentativi della famiglia e del chirurgo che l’ha operata di farle cambiare idea, non sono serviti a nulla. Se n’è andata nella convinzione di avere scelto la strada giusta, nel nome delle teorie del dottor Hamer sui cui libri questa giovane donna aveva speso tempo e speranze.  Dietro a tutto questo una persona che né medici né familiari sono mai riusciti a vedere e che dava consigli alla donna su come combattere il tumore con strani rimedi naturali.   LA FAMIGLIA è chiusa in un dolore che attende solo di dare un ultimo saluto, oggi, alla giovane madre. Una rabbia tenuta a bada a stento, ma c’è la ferma intenzione di vedere che cosa è possibile fare, quali strade si possono percorrere per capire se ci sono responsabilità da parte dell’uomo che la consigliava. Battaglia che si annuncia non facile. Ma il furore più grande è quello di Domenico Samorani, responsabile della Chirurgia del seno dell’ospedale di Santarcangelo (a pochi chilometri da Rimini) che ha eseguito l’intervento. «È stata operata quattro anni fa ed era un tumore per il quale la possibilità di guarigione era del 93-95 per cento a cinque anni dell’intervento – racconta – a patto, però, che facesse la chemio. Ma lei ha rifiutato fin dall’inizio. Io l’ho avvisata subito: le ho detto senza mezzi termini che così sarebbe morta, che non c’era possibilità di salvezza. Mi ha risposto che non voleva morire di chemioterapia e avrebbe fatto altre cure». Le cure che ha provato si basavano sulle teorie del dottor Hamer (i tumori sono provocati da un grande choc subìto e il cervello è in grado non solo di contrastarli ma distruggerli), come confermano la famiglia e lo stesso medico.   «È TORNATA in reparto tre mesi fa perché stava male: abbiamo fatto gli accertamenti, ma le metastasi erano in tutto il corpo – prosegue Samorani –. Le ho riproposto la chemioterapia, avevamo ancora qualche possibilità di fermarle ma lei ha continuato a rifiutare. Cosa possiamo fare noi chirurghi, Ordini dei medici, Aziende sanitarie contro queste scelte che portano alla morte? Me lo chiedo ma lo domando a tutti. I casi di persone che rifiutano le cure tradizionali per affidarsi a strane persone e a pericolose teorie di guarigione sono in aumento». Il dottor Samorani è in grado di fonire i numeri: «Sono almeno dieci le donne che in questi ultimi tre anni hanno rifiutato radio e chemio pur essendo ammalate di tumore: sono tutte morte».