Giovedì 18 Aprile 2024

Grillo a Roma, faccia a faccia con Conte e Di Maio

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di Elena G. Polidori

La matassa da sbrogliare è talmente stretta e intricata che nessuno nel M5s, in queste ore, scommette sul fatto che Beppe Grillo – in arrivo oggi a Roma – abbia in tasca le carte per mettere ordine, almeno temporaneamente, nel caos. Nel frattempo resta il rispetto della consegna del silenzio, anche se fra i parlamentari le preoccupazioni non vengono negate.

Grillo incontrerà sia Giuseppe Conte che Luigi Di Maio, forse tutti e tre attorno allo stesso tavolo per cercare di trovare una sintesi, ma c’è anche chi sostiene che il fondatore sia tentato dal mandare tutti a quel paese. Altri invece sostengono che la strategia sia di ricostituire il comitato di garanzia del M5s. In base allo statuto approvato un anno fa, che "ha acquisito reviviscenza" per dirla con Grillo, il comitato di garanzia è composto da 3 membri eletti mediante consultazione in Rete, fra una rosa di almeno 6 nomi proposti dal garante. In assenza del capo politico, questo organismo è considerato essenziale per portare al voto le modifiche dello statuto o per procedere all’elezione del comitato direttivo.

Resta da verificare se basterà la presenza di Grillo per ricucire, anche attraverso questa possibile sintesi, lo strappo o se invece il vertice porterà a una presa d’atto di distanze incolmabili. Conte ieri si è mostrato fiducioso, ha ammesso che l’incontro con Grillo è fissato ("ci incontreremo certamente e ci confronteremo – ha detto – stiamo valutando con i legali le varie soluzioni") ma il nuovo corso sembra si sia già arenato comunque, almeno a giudicare dalla picconata contenuta nelle motivazioni con cui il Collegio di garanzia di Palazzo Madama ha annullato il 22 dicembre l’espulsione dal gruppo M5s di 6 senatori, rei di non aver votato la fiducia al governo Draghi: le regole del M5s, si legge nel provvedimento, "sembrano di dubbia compatibilità con i regolamenti parlamentari e con la Costituzione ed in grado di minare la democrazia in seno al movimento ed al gruppo di riferimento".

Così, mentre si discute anche di voto e di piattaforme possibili, Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in missione a Lione, sarebbe contrario alla ricostituzione del comitato di garanzia – che metterebbe al riparo il M5s da eventuali ricorsi –, ma un accordo tra gli avvocati delle parti "non è stato ancora trovato" e oggi "sarà comunque la giornata decisiva".