Mercoledì 24 Aprile 2024

Gli zombie in overdose da serie tv

Giorgio

Comaschi

i ispariamo un film stasera? Macché un film, andiamo avanti con la Casa di Carta.

E la notte li sorprese mezzi rintronati sul divano, dopo la sesta puntata consecutiva. Questo è il nuovo mondo casalingo dell’era Covid. L’overdose di serie tv. Non c’è misura, non c’è pudore. C’è la crisi d’astinenza, c’è la "scimmia" da sostanze. La frenesia da serie ha colpito tutti. Si parla solo di quello. "Hai visto La regina degli Scacchi?", "Ti consiglio Lupin". "Ho appena iniziato Ratched". Non c’è più il confronto su un film, ormai il film è un fatto episodico, rarissimo. Adesso ci sono le serie. C’è gente che in una notte è capace di spararsi tre stagioni e si va avanti a caffè e a sostanze eccitanti, altrimenti si crolla.

Se incontrate per strada qualcuno con le occhiaie, sappiate che è sicuramente uno che ieri sera ha visto otto puntate di "Chiama il mio agente". La serie tv non è quasi mai concepita sulla puntata singola e poi buonanotte vado a letto. Se lo fai, la moglie o il marito ti guardano malissimo. O ti tolgono il saluto per una settimana. "Ma come? Non ti fai almeno cinque puntate?". Le puntate durano di media cinquanta minuti, quindi uno deve tabaccarsi almeno quattro ore di serie, per il quieto vivere famigliare. Le donne sono al comando di questo tipo di operazione. L’uomo viene per secondo, come sempre, ma poi segue e si immaniaca anche lui. Ci sono famiglie che per l’ansia di vedere tutto, scarrellano alla sera dopo cena su Netflix, Sky, Amazon eccetera. Quello che scarrella fa: "Ah questa è bella, tieniamola a mente". Poi va avanti. Non sceglierà mai niente e le cose da tenere a mente si confonderanno nell’oblìo. Cosi, verso le 11, stremati dalla ricerca, c’è uno che dice: "Be’ io vado a letto va...". E la serata muore così. Non hanno visto niente. Sono andati fuori giri per l’ansia di vedere tutto. E domani sera si riparte con "Homeland". "Sai Arturo, era la serie preferita di Obama…". Ah be’ allora.