Martedì 7 Maggio 2024

Giro di vite sui migranti Vince la linea della Lega "Stop protezione speciale È diventata una sanatoria"

Un emendamento punta a limitare il permesso assegnato ai perseguitati. Piantedosi replica a Zuppi: "In Italia non c’è nessun allarme immigrazione".

Giro di vite sui migranti  Vince la linea della Lega  "Stop protezione speciale  È diventata una sanatoria"

Giro di vite sui migranti Vince la linea della Lega "Stop protezione speciale È diventata una sanatoria"

di Giovanni Rossi

Stretta del governo sulla questione migratoria. Dalle fila della maggioranza partono segnali forti su un tema identitario soprattutto per Matteo Salvini. È stato depositato un subemendamento di maggioranza che recepisce quelli della Lega finalizzati a "una stretta alla protezione speciale introdotta nel 2020: era diventata una sanatoria, un pull factor di immigrazione. Si ritorna ai decreti Salvini", spiegano fonti del Carroccio. E Fratelli d’Italia accetta la svolta: "I decreti sicurezza possono essere reintrodotti nella misura in cui c’è una coesione della maggioranza", converge il capogruppo alla Camera Tommaso Foti.

"La protezione speciale così com’è è un unicum italiano. Crea problemi anche ai tribunali e alle questure. La azzereremo", proclama Nicola Molteni, sottosegretario agli Interni, in vista del voto in Senato (lunedì in Commissione e da martedì in Aula). Ecco le novità: il permesso di soggiorno assegnato per protezione speciale contro le persecuzioni – a chi non può accedere né allo status di rifugiato da Paesi in guerra né alla protezione sussidiaria per rischio morte o tortura – non potrà più esser convertito in permesso di lavoro; il permesso di soggiorno concesso alla maggiore età ai minori stranieri non accompagnati sarà ridotto a un anno. Altro giro di vite: lo status di rifugiato decadrà in caso di rientro al Paese di origine anche per soggiorni brevi salvo "gravi comprovati motivi". Ancora: i permessi concessi per calamità e sanità non saranno più convertibili in permessi di lavoro.

La narrazione del Carroccio riprende così vigore proprio nel giorno in cui il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, fedelissimo di Salvini, è costretto ad arrampicarsi sugli specchi. "Non esiste in Italia un allarme, un’emergenza emigrazione", riconosce il titolare del Viminale dopo le critiche mosse all’esecutivo dal cardinale Matteo Zuppi sull’inopportunità di dichiarare lo stato di emergenza – strumento mai attivato in Italia neppure "nel 2014" a fronte di "più di 170mila ingressi". "La vera emergenza è Lampedusa", è l’unica concessione fatta dal capo dei vescovi italiani. Per il resto, è una bocciatura su tutta la linea: "Sono quarant’anni che dobbiamo uscire dalla logica dell’emergenza. Si tratta di fare scelte che guardino avanti. Se è vero che siamo tutti sulla stessa barca, bisogna uscirne insieme e dare una visione che guardi al futuro", è il pensiero di Zuppi.

Piantedosi, preoccupato dalla contrapposizione, aggiusta il tiro così: la dichiarazione di emergenza adottata "altro non è che una formula tecnica per allargare la platea dei soggetti istituzionali" chiamati ad agire con "procedure accelerate e semplificate", come nel modello già "utilizzato per i profughi ucraini".

"Abbiamo appena votato insieme in Commissione al Senato la protezione speciale per gli ucraini, e il giorno dopo la Lega si sveglia e tuona contro la protezione speciale. Ipocrisia sulla pelle delle persone", denuncia Filippo Sensi (Pd). E secondo Riccardo Magi, segretario di +Europa, la sbandierata stretta sui migranti ormai è "un’ossessione" che va contro la realtà. "Perché – chiede – non dare la possibilità di regolarizzarsi a chi è già in Italia? Pochi giorni fa abbiamo avuto il click day: in tre ore non solo si sono esaurite le 80mila domande, ma sono arrivate 250mila richieste dagli imprenditori. Cosa aspetta il governo a modificare la legge Bossi-Fini?"

Domanda inevitabile se lo stesso ministero dell’Economia, guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti, scrive nel Def che la riduzione o l’aumento pari al 33 per cento del flusso netto di migranti varierà il rapporto debitoPil di oltre 30 punti negli scenari alternativi valutati di qui al 2070. Cioè dopodomani, tenendo conto della struttura demografica dell’Italia, della crescente denatalità, della riduzione del tasso di fertilità e della necessità di una quota crescente di lavoratori che faccia fronte all’allungamento della vita media.