Martedì 10 Giugno 2025
REDAZIONE CRONACA

Nel ghetto di via Aquileia dove otto inquilini su dieci non pagano mai le spese

Cade a pezzi il palazzone di via Aquileia 12 a Baranzate, un intero quartiere multietnico distribuito su 13 piani. Bombole a gas negli appartamenti, ferri dell’armatura che spuntano dalle pareti dell’edificio, distacchi della facciata, impianti elettrici improvvisati, il cortile una discarica a cielo aperto. Un ghetto a due passi da Expo di Monica Guerci

Un interno del palazzo multietnico

Baranzate (Milano), 27 gennaio 2015 - Cade a pezzi il palazzone di via Aquileia 12 a Baranzate, un intero quartiere multietnico distribuito su 13 piani. Bombole a gas negli appartamenti, ferri dell’armatura che spuntano dalle pareti dell’edificio, distacchi della facciata, impianti elettrici improvvisati, il cortile una discarica a cielo aperto. Un ghetto a due passi da Expo dove occupazioni, abusivismo edilizio, morosità, illegalità sono all’ordine del giorno. Sono 132 gli appartamenti, ma nessuno è in grado di stabilire in quanti vivano li dentro, dalle stime più di 600. Pochissimi i vecchi proprietari rimasti. Tanti gli appartamenti invenduti e messi all’asta al prezzo di un box, ora qui abitano per lo più cinesi, albanesi, romeni, magrebini, bulgari, sudamericani, si contano almeno 30 etnie. Nel bilancio condominiale c’è un buco di 800 mila euro, tanti sono i debiti accumulati verso i fornitori. E così non si fanno più manutenzioni, pulizie, disinfestazioni da vent’anni. L’80% dei residenti non paga le spese condominiali e presto per morosità sarà tagliata anche la corrente elettrica: resteranno senz’acqua anche le ultime famiglie che abitano qui regolarmente dato che le pompe per essere azionate hanno bisogno di energia.

Paolo Barillà amministra lo stabile di via Aquileia

«Questo è un condominio privato, molto mal tenuto io ho fatto l’impossibile per evitare il peggio, ma qui nessuno si è mai occupato di niente. L’ho scritto al prefetto di Milano, al presidente della Regione, al sindaco di Baranzate, all’Asl. «Il palazzo crolla, c’è odore di gas nei corridoi, ci sono problemi di sicurezza, di igiene, ma nessuno interviene», dice Paolo Barillà amministratore dello stabile. «Siamo seduti sopra una bomba sociale che potrebbe esplodere da un momento all’altro. Quando resteranno al buio e senz’acqua dove andranno a stare tutte queste persone?», prosegue Barillà. E poi denuncia «il silenzio assordante delle autorità competenti che invece dovrebbero intervenire prima che accada il peggio. Eppure in questi giorni mi è stato rinviato ancora l’appuntamento che ho chiesto al prefetto. E’ la quinta volta». L'amministratore chiede ancora un incontro urgente fra le istituzioni «per cercare di porre rimedio ad una situazione che è ormai insostenibile. Basta venire qui per vedere ciascuno con i proprio occhi quello che le mie parole forse non riescono ad esprimere abbastanza. Via Aquileia èun’emergenza che riguarda tutti».

monica.guerci@ilgiorno.net