
Firenze contro gli affitti brevi. Per il Tar la norma non vale più. Nardella: ora regole a Bruxelles
Il ricorso dei proprietari immobiliari contro la delibera ’anti Airbnb’ del Comune di Firenze che limita le locazioni turistiche brevi in centro, in area Unesco, è improcedibile. E questa, per l’amministrazione (che non sembra decisa a mollare la presa), non è una buona notizia. La prima sezione del Tar della Toscana con una sentenza pubblicata ieri dichiara di fatto esaurito il contendere, poiché ogni doglianza è stata assorbita con l’approvazione da parte del Comune del piano operativo che ha stralciato dalla disciplina urbanistica la norma che introduce divieti per gli affitti brevi, contenuta invece nella variante al regolamento urbanistico. Il prodotto finale è che l’amministrazione non soccombe, ma si vede riconoscere nero su bianco che le disposizioni in materia non sono più in vigore perché a fare fede è il piano operativo.
I giudici, con linguaggio tecnico, ma chirurgico, spiegano che gli obiettivi di contrasto del sovraffollamento turistico contenuti nella variante urbanistica oggetto proprio dell’impugnativa da parte dei ricorrenti "risultano non più attuali" ovvero non più in vigore a causa "della sopravvenuta approvazione del piano operativo che non li contiene". La neo sindaca Sara Funaro – che ieri ha immediatamente convocato i legali di Palazzo Vecchio – però non si dà per vinta e assicura che la sua amministrazione non farà alcun passo indietro. Anzi. "Andiamo avanti senza indugio", dice. E segnala: "Nella prima seduta utile della giunta porterò l’approvazione della variante per ribadire lo stop agli affitti brevi".
Una decisione, questa, benedetta dal suo predecessore e ’padre’ delle norma, l’eurodeputato Pd Dario Nardella. Secondo cui dal Tar "non è arrivata alcuna bocciatura alla delibera (approvata nell’ottobre 2023, ndr). Ora il Comune potrà perfezionare il processo per rendere le misure definitivamente efficaci, come ha dichiarato giustamente Sara Funaro. Si vada avanti perché l’esperienza di Firenze diventi un modello nazionale ed europeo. Io mi impegno a portare la questione a Bruxelles".
Se, da parte sua, il Comune sta decidendo che strada prendere, le opposizioni e le associazioni che rappresentano gli host non si sono risparmiate in critiche e polemiche, chiedendo all’amministrazione di intraprendere la via del dialogo invece di quella dello scontro. La sentenza, evidenzia Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia, fa registrare la "sconfitta e figuraccia storica a Palazzo Vecchio. Siamo contenti, ma speriamo che il Comune impari la lezione e la smetta con dannosi provvedimenti spot". Poi c’è anche l’Associazione italiana affitti brevi che, invece, bolla l’atto di Nardella come "un pasticcio", mentre il coordinatore regionale di Forza Italia, Marco Stella, afferma che "la proprietà privata è inviolabile, e questo vale sempre, anche quando si parla di affitti". Secondo Italia viva, la bocciatura è "la conferma di quanto da noi denunciato fin dal primo momento e la conseguenza della mancata concertazione con gli operatori". E se Cgil e Sunia chiedono a Funaro "di intervenire reinserendo la norma attraverso una variante al Piano operativo comunale prima della sua entrata in vigore", il segretario regionale Pd e deputato Emiliano Fossi lancia dure accuse al "governo assente: serve una norma nazionale".
Infine, da registrare l’intervento di Airbnb: "La decisione del Tar è una buona notizia per le famiglie fiorentine che vorrebbero condividere le loro case per far quadrare il bilancio familiare. Riconosciamo tuttavia le sfide che i centri storici di città d’arte come Firenze si trovano ad affrontare; per questo rinnoviamo la nostra disponibilità a collaborare a norme efficaci, anche attraverso un nuovo quadro legislativo di riferimento".