Mercoledì 8 Maggio 2024

È il tempo di un esercito europeo

Pierfrancesco

De Robertis

I paesi dell’Ue hanno deciso di mettere insieme la politica monetaria (Bce), per la maggior parte di loro anche la moneta, la sicurezza interna (Schengen), in parte quella giudiziaria (le Corti europee del Lussemburgo e di Strasburgo), quella di bilancio comune (il Pnrr è il frutto più fresco), l’economia (agricoltura, tanto per fare un esempio) ma non hanno mai voluto affrontare il discorso di una politica estera e tantomeno di una politica di difesa comune. Nonostante che tutti insieme i 27 paesi dell’Unione si piazzino al secondo posto nel mondo per spesa per la difesa, secondi agli Usa e davanti alla Cina.

Il motivo di questa "titubanza" è semplice: c’è la Nato (forse è meglio dire c’era), c’erano gli alleati americani, perché "impelagarsi" in scelte così complicate...

Ma l’età dell’innocenza è finita il 15 agosto scorso, e con la caduta di Kabul anche l’illusione di non dover mai diventare adulti. Gli americani hanno salutato la compagnia e da ora in avanti occorrerà fare da soli. Non sarà possibile più considerare la politica estera solo con la lente dei flussi migratori, sarà bene aver chiaro un concetto di "interesse europeo" e non solo di interesse italiano, francese o tedesco, e soprattutto sarà importante aver presente che in politica estera gli interessi si fanno valere, se serve con la forze di sicurezza. Che a questo punto sono indispensabili.

La congiuntura è favorevole. Se ne sono andati gli inglesi che erano più una zavorra che altro, e l’abbandono degli Usa fa il resto. Così che i timidi passi fatti finora possano trovare un compimento. La Spd in Germania ha presentato una proposta di esercito europeo, di difesa comune ha parlato Angela Merkel di fronte all’europarlamento, e lo stesso Macron si era detto interessato. Dal 2017 esiste un fondo europeo per la difesa (Fed). Un embrione che però ovviamente non basta. Il passo in avanti si chiama abbandono del criterio dell’unanimità, considerando la difesa tra quelle materie in cui si procede per maggioranze rafforzate. Non serve che lo vogliano tutti, basta che inizi qualcuno. La storia non aspetta.