Mercoledì 24 Aprile 2024

E i big del petrolio minacciano la serrata

Le associazioni contro lo sconto-carburante: "Ci provocate un danno". Critiche al governo da industriali e commercianti: taglio troppo soft

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Il giorno dopo il varo del decreto anti-rincari è un coro di bocciature significative quello che accoglie il provvedimento. In prima fila lo stato maggiore di Confindustria ("Delusi, servono misure strutturali"), ma le bordate più grandi arrivano dai vertici di Assopetroli e Assoenergia e delle organizzazioni dei gestori: minacciano addirittura lo sciopero se non saranno coperte le perdite per lo sconto sui prezzi dei carburanti praticati su carichi immagazzinati e, quindi, pagati con le vecchie accise.

Dall’altra parte della barricata, le associazioni dei consumatori puntano l’indice contro l’insufficiente sconto di 25 centesimi al litro e contro la sua durata limitata. Mentre da Confcommercio arriva una previsione fosca per l’intero anno. I nuovi ostacoli alla crescita – fanno sapere dall’ufficio studi di Piazza Belli – si chiamano guerra, inflazione, incertezza. Il Pil italiano a marzo segnerà un calo dell’1,7% rispetto al mese di febbraio e nel trimestre la contrazione dell’economia sarà attorno al 2,4%. Così, anche utilizzando le risorse del Pnrr difficilmente quest’anno si raggiungerà una crescita superiore al 3%. Vola, al contrario, l’inflazione, toccando il 6,1%, con aggravi di 1.826 euro per una famiglia media. Una cifra che per gli esperti di Assoutenti arriverebbe a quota +1.874 euro annui per la famiglia "standard", per raggiungere i +2.434 euro di un nucleo con due figli.

I leader della maggioranza, a loro volta, fanno buon viso a cattivo gioco. Il dem Enrico Letta plaude alle scelte ma spiega che bisogna essere pronti a ulteriori misure. Da Forza Italia si chiede un intervento con uno scostamento del deficit o con una spending review mentre i grillini lamentano anche una timidezza eccessiva nella tassazione degli extra-profitti delle imprese dell’energia.

Ad alzare i toni (e non poco) sono, al contrario, le imprese. "Esprimiamo – fanno sapere da Viale dell’Astronomia – forti perplessità e delusione, su quanto ha deciso il governo per l’indisponibilità a un taglio strutturale delle accise sui carburanti, la non immediata applicabilità della rateizzazione delle bollette e il prelievo degli extraprofitti sugli operatori, per il quale si rischiano rilievi costituzionali, tutt’altro sarebbe stato un tetto nazionale al prezzo del gas". Altrettanto duri i distributori all’ingrosso di carburante e i gestori degli impianti: "Chiediamo indennizzi per il danno enorme che subiremo". Un danno che a livello di singola stazione di servizio il presidente della Figisc, Bruno Bearzi, stima in 7.500 euro per una giacenza da 30mila litri. Dal fronte sindacale, la critica è opposta a quella di Confindustria per il prelievo sugli extra-profitti. La tassa viene definita "doverosa ma debole" dal leader Cisl, Luigi Sbarra, che chiede uno sforzo in più sulle misure sociali. Il segretario Uil, Pierpaolo Bombardieri, sostiene che la tassa sugli extra-profitti è nella giusta direzione, anche se servirebbe più coraggio e magari l’estensione del prelievo anche alle altre multinazionali per trovare le risorse che aiutino lavoratori e famiglie alle prese con i rincari. Solo gli autotrasportatori di Fai e Conftrasporto hanno deciso di congelare il blocco in programma per il 4 aprile.

Claudia Marin