Martedì 10 Giugno 2025
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Svegliarsi all’alba è un successo. Ecco il segreto dei top manager

Da Marchionne al guru della Disney: così le giornate raddoppiano

Svegliarsi all'alba: il segreto dei top manager

IN PIEDI alle tre e mezza. Per correre dieci chilometri, farsi prendere a bastonate dal personal trainer, ingannare i fusi orari. Come Sergio Marchionne, che dicono abbia inventato l’ottavo giorno. Come il capo di PepsiCo Indra Nooyi, che ammette: «Se il sonno è un dono di Dio, a me quel regalo non è stato dato». C’è qualcosa di struggente e comico in quella parte di umanità che fa di tutto per precedere il destino. Eppure sembra confermato: per diventare gente di successo la prima cosa da fare è alzarsi presto, come dimostra un sondaggio svolto da un’esperta di management a Davos.

PRESTO quanto? Di sicuro non dopo le sei, ora entro la quale molti top manager hanno già esaurito le faccende di una giornata. Sbrigativi come sempre, gli americani non hanno dubbi: dormire è da perdenti. E basta aggirarsi per New York alle quattro per convincersi che ci credono davvero, che quella è una lezione di spinning e non la scena di un film. L’esperta di management Laura Vanderkam ha ficcato il naso nei rituali degli imprenditori al top per capire cosa diavolo facciano fra il risveglio e la colazione. Bevono acqua. Tanta. Niente caffè, ma litri di acqua e limone. E poi via a sudare prima che precipiti il resto della giornata: corsa, palestra, yoga. E quattro parole con la famiglia. E un po’ di sesso, altrimenti quando. E il controllo delle mail. E i giornali. A volte tutto insieme. L’amministratore di GE Jeff Immelt si lancia in un allenamento cardio appena apre gli occhi e mentre i battiti salgono legge la rassegna stampa e guarda il canale finanziario CnBc. Il Ceo della Disney Robert Iger ritiene che l’alba sia un buon momento per pensare. Non sono alieni. Dicono semplicemente di avere rinunciato alla trappola in cui cade il resto dell’umanità, condannata ad andare a letto quando non ha sonno e ad alzarsi quando ce l’ha. Basta prendere in mano il timone e andare a ripassare le abitudini dei grandi. La Thatcher finchè era viva e Madonna finchè regge si attestano sulle 4 ore per notte.

NEL RAPPORTO con il riposo non ci sono regole valide per tutti. Lasciamo stare la raffinatezza di Alessandro Magno che dormiva con l’Iliade sotto il cuscino o la psicosi di Churchill che voleva due letti a disposizione per trasferirsi sul secondo quando il primo diventava troppo caldo. Accanto agli stormi di allodole reclamano la stessa attenzione i gufi che dormono di mattina senza sacrificare nulla alla gloria. Il cofondatore di Reddit Alexis Ohanian lascia che sia il gatto a svegliarlo. Per il ceo di Genius Tom Lehman non se ne parla prima delle 10.30. James Joyce restava soffocato a letto dai suoi pensieri fino alle 11, Flaubert suonava il campanello alle 10 per farsi portare i giornali, la posta, un bicchiere di acqua fredda e la mamma con cui fare due chiacchiere. Poco? Troppo? I dormiglioni non li tiri su. Einstein non poteva fare a meno di 12 ore e così Valentino Rossi. Più di un terzo della vita sprecato a sognare, ma un vantaggio non trascurabile: chi dorme tanto e bene ingrassa di meno, vede diminuire di 4 volte il rischio di prendersi un raffreddore e pur morendo un poco in vita, evita la morte prematura.