Mercoledì 8 Maggio 2024

Dopo Kabul Biden ha perso anche l’Africa

Cesare

De Carlo

Dunque ricapitolando: l’Africa e la brigata Wagner, il Sudan come l’Afghanistan. E poi la Libia, il Mali, il Centrafrica, l’Eritrea eccetera già in orbite russa e cinese. In Afghanistan – rivela il Washington Post – dopo la disonorevole fuga Joe Biden insegue un patto col diavolo. Chiede aiuto ai famigerati talebani contro l’Isis che in fatto di terrorismo islamico è ancora più esiziale. La Cia teme una nuova ondata di attacchi nella percezione di un Occidente disorientato. Anche gli attentatori dell’11 settembre 2001 partirono dall’Afghanistan. Basta così? No. L’America Latina non è più il cortile di casa americano. Non a caso la prima visita estera del brasiliano Lula è stata a Pechino. Sull’Ucraina Biden non ha una exit strategy. Inutilmente il Pentagono gli spiega che nessuno potrà mai vincere quella guerra e che incombe l’incubo di una escalation nucleare. Infine la politica interna. Se verso l’esterno l’ottantenne presidente proietta un’immagine di debolezza, all’interno fa i conti con l’inflazione, con la criminalità, con una immigrazione fuori controllo. Bene, anzi male. In questa cornice oggi Joe Biden è atteso al temuto annuncio. Si ricandiderà nel 2024 per un secondo mandato. Invano il partito ha cercato di dissuaderlo. Invano analogo appello è venuto dai giornali filodemocratici, come Washington Post e New York Times. Invano nel sondaggio di NBC sette americani su dieci gli chiedono di lasciar perdere. Invano la CNN rivela che gli hanno raccomandato di evitare i microfoni. Invano la Fox denuncia gli oscuri affari cinesi dell’intera famiglia Biden con la Cina di Xi. Biden si ricandiderà. Ostinazione senile o gelido calcolo? Più probabile la speranza che i repubblicani si rassegnino a una ricandidatura di Trump, il solo battibile. Ma una riedizione del duello del 2020 è l’"ultima cosa di cui l’America abbia bisogno" (Wall Street Journal). ([email protected])