Giovedì 25 Aprile 2024

Boom di divorzi, ma la metà si pente

Il Censis: addii raddoppiati. Poi c’è chi tenta di tornare insieme anche dopo sette giorni

Amore e divorzi, c'è chi si rimette insieme

Amore e divorzi, c'è chi si rimette insieme

Roma, 26 aprile 2019 - Con la stessa rapidità che li ha portati all’altare la prima volta Andrea e Giada hanno divorziato e si sono risposati una seconda. In meno di tre anni le loro vite di quarantenni si sono strette e allontanate e poi di nuovo legalmente abbracciate fra lo sconcerto dei parenti e la felicità guardinga delle due figlie adolescenti, nate prima del tira e molla durante un lungo fidanzamento. La loro storia lascerà tracce solo nello stretto entourage. Niente a che vedere con la magnifica ossessione di risonanza mondiale di Liz Taylor e Richard Burton, due matrimoni e due divorzi attorno a un’inestinguibile passione volubile. 

Certi amori, è vero, fanno dei giri immensi e poi mettono la retromarcia. Angelina Jolie sembrava rivolesse Brad Pitt, salvo poi divorziare ufficialmente. Belen e Stefano De Martino pare siano di nuovo insieme. Ma soprattutto Paolo Virzì e Micaela Ramazzotti: sono tornati insieme battendo il record (3 mesi) di incostanza.  Viene un dubbio: la velocità del ripensamento è direttamente proporzionale alla facilità di farla finita? Il divorzio breve ha accelerato la tendenza al rimbalzo dentro un’istituzione che per secoli è rimasta blindata? 

Il sospetto è che il modello di vita liquido travolga anche i rapporti sentimentali con il sigillo. E che una rete di possibilità infinite renda soggetti a revisione anche passi apparentemente definitivi.  Lo spiega Marina Notaristefano, noto avvocato torinese esperta in diritto di famiglia: "Ho visto tante coppie che dopo la separazione non sono tornate per le pratiche di divorzio. Ma chi può dire che cosa sia successo nel frattempo? Nessuno è tenuto a ufficializzare una riconciliazione in quella terra di mezzo che viene ancora chiamata pausa di riflessione. Nel senso che per tornare a essere marito e moglie basta un colpo di spugna, non si passa dal tribunale. E pochi si prendono il disturbo di comunicare il nuovo stato civile agli uffici anagrafici". 

Così, in teoria, potrebbero esserci schiere di separati a vita che in pratica sono tornati a vivere sotto lo stesso tetto senza che si siano esauriti gli effetti legali del matrimonio. Senza contare le finte separazioni chieste per interesse.  Il Censis conferma che l’impennata di separazioni e divorzi, cresciuti del 100% negli ultimi dieci anni, sta già annunciando una radicale trasformazione antropologica dell’Italia. La ‘pausa di riflessione’ ridotta da 5 a tre anni e poi a sei mesi potrebbe ulteriormente enfatizzare l’essenza di questi tempi in cui sono diventati un valore la fugacità e il soddisfacimento di necessità momentanee. 

La Chiesa guarda al fenomeno con preoccupazione. Monsignor Nunzio Galantino è del parere che il divorzio breve sia una deriva culturale. Il matrimonio trasformato in istituzione temporanea (non più "per sempre" ma "finché dura") indebolirà la famiglia in maniera irreversibile. E poco tempo per ripensare a una scelta fatta sull’onda dell’emozione complicherà le cose ai pentiti che vogliono tornare indietro. Pare non siano pochi. Secondo uno studio inglese il 54% dei divorziati vive nel rimpianto. Fra chi si è accorto di amare ancora l’altra persona il 42% prova a ricostruire il rapporto e solo il 21% ci riesce. Uno su cinque ha capito in tempo reale di avere fatto la scelta sbagliata, il 19% entro una settimana. Altri hanno ripreso il filo di un discorso interrotto solo dopo il divorzio, quando gli avvocati avevano già diviso i beni. 

A volte il pentimento non è legato a un amore ritrovato ma alla paura del cambiamento, alla fatica di voltare pagina. In questo caso sono gli psicologi i primi a consigliare di frenare: no alle minestre riscaldate e ai film già visti. Lo psichiatra Vittorio Sconci avverte che perché un matrimonio possa ricomporsi è necessario che si spezzi completamente. Via i nodi, le catene, i vecchi bisogni. Altrimenti le dinamiche che hanno portato alla crisi sono sempre in agguato. E le ferite pronte a riaprirsi.