Detenuta uccide figli a Rebibbia: "Ora sono liberi". Morte cerebrale per l'altro bimbo

Si cerca il padre dei piccoli per l'autorizzazione all'espianto degli organi. Il ministro Bonafede sospende i vertici del carcere e la vice comandante del reparto di Polizia penitenziaria

L'ingresso della sezione femminile del carcere di Rebibbia (Ansa)

L'ingresso della sezione femminile del carcere di Rebibbia (Ansa)

Roma,19 settembre 2018 - La più piccola Faith, di appena 7 mesi, ha perso la vita sul colpo, per il suo fratellino Divine, di 19, le speranze invece si sono spente questa mattina. Anche lui è rimasto vittima della sua stessa madre, la detenuta ha ieri lanciato i due figli dalla tromba delle scale, I medici dell'ospedale Bambin Gesù, dove era stato ricoverato in condizioni disperate, ne hanno infatti dichiarato la morte cerebrale e adesso la procura, che indaga sul caso, lancia un appello per rintracciare al più presto il padre e ottenere l'autorizzazione all'espianto degli organi. Dell'uomo, un nigeriano di nome Ehis E., non si hanno notizie da tempo. "Può contattarela direzione sanitaria dell'ospedale Bambino Gesù allo 06.68592424, o i carabinieri del nucleo Investigativo di via in Selci al numero 06.48942931", spiegano gli inquirenti. 

LA MADRE OMICIDA - La mamma omicida, una 33enne tedesca di origini georgiane, si trova ora piantonata nel reparto di psichiatria dell'ospedale Pertini. "I miei bambini adesso sono liberi", ha raccontato al suo avvocato. "Sapevo che ieri era in programma l'udienza davanti ai giudici del Riesame che dovevano discutere della mia posizione - ha aggiunto -. I miei figli li ho liberati, adesso sono in Paradiso". La donna era stata arrestata il 28 agosto scorso a Roma perché trovata in possesso di 10 chilogrammi di marijuana. Nei suoi confronti è stato applicato l'arresto in flagranza di reato, misura che dovrà essere convalidata nei prossimi giorni dal gip. I bambini erano nati entrambi a Monaco di Baviera.

IL GUARDASIGILLI - Intanto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha scelto la linea dura contro i vertici della casa circondariale femminile di Roma-Rebibbia, sospendendo la direttrice Ida Del Grosso, la sua vice Gabriella Pedote e la vice comandante del reparto di Polizia penitenziaria, Antonella Proietti. "Se ho preso provvedimenti rispetto ai vertici" del carcere "vuol dire che ho ritenuto che sono stati fatti errori. Il messaggio deve essere chiaro: nel mondo della detenzione non si può sbagliare", ha spiegato lo stesso Guardasigilli a 'L'Aria che tira' su La7 dopo le critiche mossa dai sindacati 'Fsi-Usae Funzioni centrali' e Sappe (Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria). 

Nel mondo della detenzione, ha avvertito Bonafede, "non si può sbagliare". "Attualmente quel mondo vive in condizioni gravi perché ci sono tanti interventi da fare e io mi sono impegnato. Ogni mattina - ha continuato Bonafede - quando vado al ministero penso ai detenuti che vivono in condizioni gravissime ma anche agli agenti di polizia penitenziaria che i governi hanno abbandonato per anni".