Mercoledì 24 Aprile 2024

Rebibbia, detenuta getta i figli dalle scale. Uno è morto, l'altro gravissimo

La vittima è una bimba di quattro mesi. La donna avrebbe manifestato, già in passato, segnali di disagio psichico. Il figlio sopravvissuto, ricoverato in codice rosso, avrebbe riportato un "danno cerebrale severo"

Carcere di Rebibbia in una foto d'archivio (Ansa)

Carcere di Rebibbia in una foto d'archivio (Ansa)

Roma, 18 settembre 2018 - Tragedia nel carcere di Rebibbia, a Roma. Una detenuta ha tentato di uccidere i suoi due figli. Il più piccolo, una neonata di 4 mesi, è morto, l'altro - di venti mesi -  è gravissimo: è stato portato in codice rosso all'ospedale Bambino Gesù, i medici stanno tentando disperatamente di salvarlo. Il piccolo avrebbe riportato "un danno cerebrale severo". Il fatto è accaduto - come spiega Lillo Di Mauro, presidente della Consulta penitenziaria e responsabile della Casa di Leda - "all'interno della sezione nido, dove sono ospitati bimbi fino a tre anni". Secondo le prime ricostruzioni, la donna avrebbe preso i due bimbi e li avrebbe scaraventati sulle scale da un pianerottolo. In quel momento le altre detenute stavando andando a pranzo.

Tedesca di origine georgiana, 31 anni, la detenuta era finita in carcere lo scorso agosto con l'accusa di spaccio di droga. A quanto si apprende, sarebbe già stata sottoposta in passato a controllo medico dopo alcune segnalazioni. Fonti interne al carcere riferiscono che l'area sanitaria era stata informata di alcuni disagi psichici che avrebbe manifestato la donna e su questo ci sarebbero relazioni scritte, in particolare da parte degli agenti della polizia penitenziaria. Secondo alcune fonti, in mattinata, la detenuta avrebbe dovuto avere un colloquio con i suoi parenti. Sempre questa mattina era uscita in guardino con le altre mamme detenute e non aveva dato segni di insofferenza. 

Nel carcere è in corso un sopralluogo da parte del procuratore aggiunto Maria Monteleone, il magistrato che coordina il pool sulle violenze ai minori. Sul posto è arrivato anche il ministro della giustizia Andrea Bonafede.  "E' una tragedia - ha dichiarato -. Personalmente prego perché il bambino in ospedale possa essere salvato dai medici, che stanno facendo sicuramente di tutto". Quindi ha annunciato "che il ministero chiaramente ha già aperto una inchiesta interna per verificare le responsabilità". Su quanto accaduto, la magistratura indaga per omicidio e tentato omicidio. 

REAZIONI - ''E' un dramma atroce - afferma Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria -. Da settimane denunciamo i gravissimi episodi che stanno avvenendo nelle carceri italiane. Chiediamo al ministro della Giustizia un intervento immediato, ha l'obbligo morale di intervenire sulla situazione carceraria, diventata ormai esplosiva''.