Mercoledì 1 Maggio 2024

Desirée, paura a San Lorenzo. "Qui la polizia non viene"

Gli abitanti del quartiere raccontanodi droga, risse e occupazioni

Fiori e scritte sul muro dove è stata violentata e uccisa Desirée (Ansa)

Fiori e scritte sul muro dove è stata violentata e uccisa Desirée (Ansa)

Roma, 25 ottobre 2018 - Quando calano le prime ombre della sera, in via dei Lucani, cala la paura. E non solo in via dei Lucani. Quando è notte il quadrilatero irregolare che va tra via degli Anamari a via dei Messapi, via dei Campani e la parte finale di via dei Liguri – come dire la parte meridionale del quartiere di San Lorenzo, fino alla sopraelevata – e ha come centro gravitazionale del lato oscuro via dei Lucani, si popola di ombre. Che ti offrono droghe (ogni droga, dall’erba alla coca, dall’eroina al crack e alle pasticche) e quando va male cercano magari di rapinarti. O se sei una donna, di abusare di te offrendoti un tiro di coca, l’eroina o un sorso di vodka. O anche no.

«Una volta ho visto che stavano appresso a un ragazzino e gli ho gridato: ma annatevene! – racconta Claudia Di Giulio, studentessa – e mi hanno rincorso. In due. Per fortuna che ce stava un bar, dove mi sono rifugiata». Molti di loro sono strafatti o, più spesso, ubriachi. E le risse, infatti sono normali. Balenano i coltelli. La notte si riempie di urla. Se la gente protesta, e talvolta ancora protesta, volano bottiglie e sassi verso le finestre. Gli spacciatori italiani, o che lavorano per gli italiani, han capito l’antifona e hanno mollato e si sono spostati attorno al mercatino di largo degli Osci e nella zona di piazza dell’Immacolata: a ciascuno il suo, droga per tutti.

Via dei Lucani – e in particolare i palazzi abbandonati del civico 22 dove è avvenuto il delitto e le baracche dal tetto di eternit che li circondano – sono il cuore di tenebra, dove tutto è di fatto permesso. «So’ nato qua, ma dopo tanti anni in Abbruzzo son tornato solo da cinque anni a vive a San Lorenzo – dice Carlo Patresi, 75 anni, robivecchi, che si è sistemato in una baracca all’inizio della strada – volevo mori’ a casa mia, ma nun l’avessi mai fatto. Nun ce se crede che è diventato. Manco le guardie ce vengono». «Io – dice – la sera chiudo il cancello con una catena e lo stesso faccio con la baracca e dormo con la paura che quarcuno venga e me sbudelli. Me va bene che non c’ho una lira e magari pure loro lo sanno. Ma così, nun è vita».

Allo studio di architetti al civico 27, cortesemente si limitano a dire che «di esposti ne hanno fatti tanti». Invano. Nelle tre carrozzerie che si aprono nella strada, cercano di non esporsi troppo («abbiamo famiglia») e sottolineano che loro chiudono alle 18 e se ne vanno di corsa. «Confiniamo con i palazzi occupati – dice Ettore, carrozziere – e vediamo che c’è una via vai continuo, diciamo traffici strani. E questo di giorno. S’immagini la notte...». Giusto accanto al civico 22 c’è uno spazio concerti alternativo, la Locanda Atlantide, un luogo per far suonare le band ‘indie’ romane. Più su c’è lo Scream Club. Quando sono aperti attirano ragazzi, che una volta usciti, possono essere carta moschicida per gli spacciatori. 

Naturalmente tutto era stranoto. Sono ben sette gli sgomberi di questi anni, dopo i quali le ombre – africani e maghrebini – son tornate a occupare. Grossomodo per i due terzi migranti in cerca di un tetto, ma per un terzo sono criminali di lungo corso: spacciatori e ladri.

«Io non sono certo razzista, ma ci sono tanti stranieri che spacciano, litigano tra loro, a chiunque chiedono se vogliono droga con commenti pesanti sulle ragazze – dice Gianluca Basili nella libreria Equi –. Qui da tempo c’è un degrado fuori controllo». San Lorenzo è abbandonata a se stessa, l’anima popolare si è dissolta, l’ex quartiere ‘rosso’ risorto dopo il bombardamento del 19 luglio ’43, è ora terra di nessuno, abitata da studenti fuori sede, anziani, immigrati e popolato di ristoranti, pub e localini attorno a cui è terra di nessuno segnata da murales e tag. «La zona – concorda Emanuele Valentini del comitato di quartiere – è in mano alla microdelinquenza. Al centro di Roma non è immaginabile, eppure è così. E non ci dicano che non lo abbiamo denunciato. Questa di Desirée, come quella di San Lorenzo, è una morte annunciata».