Denise Pipitone: la madre riceve il codice fiscale della figlia scomparsa. "Lei c'è"

"Lo Stato italiano ci fa sentire la presenza di nostra figlia", scrive la donna sui social

Mazara del Vallo (Trapani), 2 gennaio 2023 - Denise Pipitone scomparsa: la mamma Piera Maggio ha ricevuto il codice fiscale della figlia, svanita nel nulla il 1 settembre 2004 a Mazara del Vallo (Trapani). 

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"Denise c'è, fino a prova contraria"

Nel darne notizia sui social, la donna ha espresso la sua fiducia rimasta intatta da sempre sul fatto che Denise sia viva. Scrive Piera Maggio: "Da una parte tanta amarezza, dall’altra lo Stato italiano ci fa sentire la presenza di nostra figlia... perlomeno con il codice fiscale che era in scadenza. Denise c’è, fino a prova contraria”. Pensiero condiviso da Pietro Pulizzi, papà di Denise.

Denise Pipitone: la mamma Piera ha ricevuto il codice fiscale della figlia scomparsa
Denise Pipitone: la mamma Piera ha ricevuto il codice fiscale della figlia scomparsa

La scomparsa

Denise Pipitone non aveva ancora 4 anni quando scomparve da un cortile di Mazara del Vallo, era il 1 settembre 2004. La storia ha varcato anche i confini nazionali e dopo anni di indagini, processi, false piste ed errori, non ha ancora alcuna risposta né colpevoli. Solo domande: com’è possibile che una bambina scompaia in pieno giorno e nessuno veda nulla? E se qualcuno ha visto, perché tace da quasi 20 anni? Soprattutto, dov’è Denise? È viva o morta? A ripercorrere per la prima volta tutti questi anni è stata a marzo la docuserie in 4 puntate "Denise", prodotta da Palomar Doc per Discovery, diretta da Vittorio Moroni e scritta con Simona Dolce.

La condanna dell'ex pm Maria Angioni

La vicenda di Denise Pipitone, uno dei più grandi misteri d'Italia, è sempre stata caratterizzata da colpi di scena. L'ultimo in ordine di tempo è datato al 22 dicembre. Quando Maria Angioni, l’ex pm che indagò sulla scomparsa della bambina, è stata condannata a un anno di carcere per false informazioni al pubblico ministero. La sentenza ha accolto la tesi della procura di Marsala che contestava all’ex collega di aver fabbricato un castello di menzogne sul rapimento della bambina e di aver infangato con dolo l’operato della polizia, accusata dall’imputata di depistaggio

Il post di Piera Maggio e Pietro Pulizzi