Giovedì 2 Maggio 2024

Cuore artificiale per 18 mesi, bimbo salvato da trapianto

Torino, il piccolo soffriva di cardiomiopatia dilatativa dalla nascita. Si è reso necessario un trapianto cardiaco

Maria Colla, madre del piccolo, e il cardiochirurgo Carlo Pace Napoleone (Ansa)

Maria Colla, madre del piccolo, e il cardiochirurgo Carlo Pace Napoleone (Ansa)

Torino, 26 luglio 2019 - Un bambino di tre anni affetto da cardiopatia congenita, attaccato alla macchina cuore polmone da 18 mesi in attesa di trovare un organo compatibile, è stato salvato finalmente grazie a un trapianto di cuore all’ospedale Regina Margherita di Torino. L’intervento, dopo 520 giorni di attesa della donazione trascorsi nella stanza numero 10 della cardiochirurgia pediatrica, è riuscito bene.

Le condizioni preoperatorie del piccolo, secondo il giudizio dei sanitari, non erano ottimali. Il bambino soffriva dalla nascita per una grave forma di cardiomiopatia dilatativa, in pratica il muscolo cardiaco era troppo sottile e dopo le prime contrazioni si era deformato, incapace di pompare sangue ossigenato per assicurare le funzioni vitali all'organismo. Per questo si era reso necessario collegare a un cuore artificiale arteria aorta, vene e rami polmonari. Attualmente il bimbo è ricoverato in terapia intensiva, in attesa che il progressivo miglioramento delle sue condizioni gli consenta di essere trasferito presso il reparto di degenza e successivamente, dopo un ulteriore ciclo di riabilitazione, di tornare a casa.

"Donare gli organi è importante e noi lo possiamo testimoniare“, ha scritto Carlo Pace Napoleone, direttore di Cardiochirurgia pediatrica a Torino, lo specialista che ha operato il piccolo. “La donazione è l’unica opzione in questi casi. In Italia ci sono 70 bambini ogni anno in lista d’attesa per ricevere un organo. Un’attesa che ha come tempo medio 18 mesi", ha aggiunto il professore. "Grazie alla generosità di qualcuno siamo qui, oggi, a progettare un futuro per questo bambino. La cultura della donazione è cultura di vita".