Coronavirus e migranti, stop agli sbarchi delle Ong. "Porti non sicuri"

Intanto la nave della Alan Kurdi, con 150 profughi a bordo, è in attesa al largo di Lampedusa. L'Unhcr: garantire richieste di asilo

Migranti, l'ultimo sbarco a Lampedusa, il 6 aprile (Ansa)

Migranti, l'ultimo sbarco a Lampedusa, il 6 aprile (Ansa)

Roma, 8 aprile 2020 - L'Italia chiude i porti alle Ong, per Coronavirus. Il fatto è che - proprio per l'emergenza sanitaria in atto - i porti italiani "non assicurano i necessari requisiti per la classificazione e definizione di 'Place of safety' ('luogo sicuro') in virtù di quanto previsto dalla convenzione di Amburgo sul salvataggio marittimo" per i soccorsi effettuati da navi con bandiera straniera al di fuori dell'area sar Italiana.

È quanto prevede un decreto che punta a evitare l'arrivo di navi di soccorso straniere con i migranti. Il decreto è valido per "l'intero periodo dell'emergenza". Il provvedimento, che reca la data del 7 aprile 2020 e un numero di protocollo, arriva nel momento in cui la nave della ong Alan Kurdi, con a bordo 150 migranti, è in attesa al largo di Lampedusa dell'assegnazione di un porto di sbarco. Il decreto è siglato dai quattro ministri interessati: Luigi Di Maio, Paola De Micheli, Luciana Lamorgese, Roberto Speranza

Unhcr: garantire richieste di asilo

Un decreto aspramente criticato dall'Unhcr, che invita il governo italiano a "garantire le richieste di asilo" per i migranti che fuggono dalle guerre. Carlotta Sami, portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati per il sud Europa, spiega: "Qualsiasi restrizione deve comunque assicurare che le persone che fuggono da guerre abbiano accesso alla possibilità di fare richiesta di domanda di asilo". 

"Le misure sanitarie sono comprensibili - aggiunge - ma non possono avere conseguenze gravi sulle persone che fuggono dalle guerre e impedire che si facciano domande di asilo". Sami ricorda che "le persone continuano a fuggire dalla guerra in Libia, che l'epidemia da coronavirus non ha fermato". Inoltre oggi la capacità di salvataggio nel Mediterraneo è ridotta, e "la Alan Kurdi è l'unica nave ong nell'area". Inoltre, "le condizioni meteo favorevoli" spingono all'attraversamento del mare. La chiusura dei porti non impedisce di fatto la possibilità di domande di asilo? "Certo, infatti", ha risposto la portavoce dell'Unhcr. 

Porti bloccati, scoppia la polemica

Mentre Giorgia Meloni approva la mossa, per quanto tardiva, del governo esemplificando la sua posizione con lo slogan "Italiani segregati e porti alerti?", contro la linea dei porti chiusi si affollano in molti. Da Leu, che boccia il decreto parlando di "un errore politico dettato più dalla paura della propaganda della destra che dalla razionalità" a Italia Viva, secondo cui si tratta di "una brutta pagina, che cancella la solidarietà".

Per l'ex 5 stelle Gregorio De Falco si tratta di un decreto boomerang, che va ritirato, mentre secondo Nicola Fratoianni di Sinistra italiana il decreto va cancellato: "A chi rischia il naufragio non va negato il soccorso. Mai. Siamo in emergenza sanitaria? E allora siano predisposti protocolli di tutela della salute di tutti e tutte". C'è poi un appello - sottoscritto da parlamentari, italiani ed europei, consiglieri regionali - al governo italiano: il decreto sui porti chiusi "è sbagliato e incomprensibile. I porti non si chiudono mai, perché a nessuno e in nessun caso può essere negato il soccorso e la protezione dai rischi della navigazione". Contro il decreto si schiera pure Filippo Miraglia dell'Arci: "E' del tutto incoerente e sbagliato, oltre ad essere inopportuno e illegittimo".