Lunedì 29 Aprile 2024

Contagi stabili ma gli stadi restano vuoti

No del Comitato tecnico scientifico ad ampliare la capienza al 25%. Il governo pensa alla proroga dello stato d’emergenza

di Alessandro Farruggia

L’Italia è circondata da Paesi ad alta circolazione del Covid-19. La Francia, 513 mila casi totali, ha registrato ieri 14.412 positivi, in calo rispetto agli oltre 16 mila degli ultimi 2 giorni, ma la percentuale delle persone positive tra quelle testate è salita dal 6,9 al 7,2%. Pessimo segnale. La Gran Bretagna ieri ha comunicato 6.042 nuovi casi. La Spagna ha 735 mila casi totali e viaggia sopra i 4 mila al giorno. La Russia nelle ultime 24 ore ha registrato 7.523 contagi. L’Ucraina ha fatto segnare il record di 3.833 nuovi casi. La Repubblica Ceca tocca quota 2.946. L’Olanda 2.777. La Germania 2.507, il dato più alto da aprile, la Polonia 1.584, la Romania 1.552.

Anche per questo, oltre che alla luce dei dati di diffusione interni, ieri il Comitato Tecnico Scientifico ha dato parere negativo al via libera a riaprire gli stadi fino al 25% della capienza. La decisione è in linea con quanto ribadito in questi giorni dal ministro della Salute Roberto Speranza: "Bisogna puntare sulle cose essenziali, la priorità sono le scuole e non gli stadi". Non solo. Il leader del Pd Nicola Zingaretti non esclude un nuovo lockdown, ma Giuseppe Conte ribadisce: "Lo escludo, se si svilupperanno dei cluster interverremo in modo circoscritto". Di certo c’è che esiste l’ipotesi di una proroga dello stato d’emergenza per almeno altri 30-45 giorni.

I positivi sono stati ieri 1.869, una cinquantina meno di venerdì ma con 3mila tamponi in meno (104.387 contro 107.269). Leggermente in calo rispetto al giorno prima anche numero delle vittime – 17 contro 20 – mentre gli attualmente positivi sono saliti di 875 persone. Aumentano leggermente sia i pazienti in terapia intensiva, che ora sono 247, tre più di venerdì, e quelli nei reparti ordinari, nove in più. Con 2.868 focolai attivi in Italia, di cui 832 nuovi, indice RT a 0,95 e contagiati in aumento da sette settimane era praticamente impossibile la riapertura degli stadi, seppur parziale. E infatti.

"Sulla base degli attuali indici epidemiologici – scrive il Cts – non esistono al momento le condizioni per consentire negli eventi all’aperto e al chiuso la partecipazione degli spettatori nelle modalità indicate dal documento predisposto dalla Conferenza delle Regioni". Non solo. "È imprescindibile assicurare - per ogni evento autorizzato dalle norme attualmente in vigore - la prenotazione e la preassegnazione del posto a sedere con seduta fissa, il rigoroso rispetto delle misure di distanziamento fisico di almeno 1 metro, l’igienizzazione delle mani e l’uso delle mascherine".