
NEI GUAI Claudio Nucci, il pr romano finito agli arresti
Roma, 29 marzo 2016 - Il contesto ambientale dei fatti e la specializzazione degli inquirenti sono gli stessi del caso ‘baby squillo dei Parioli’. Adulti che finiscono in carcere per aver fatto sesso con minorenni «invogliati» da felpe, ricariche telefoniche, scarpe da ginnastica, biglietti di avvenimenti sportivi e poi ricompensati con 50-100 euro. Ma qui si tratta di ragazzini, tutti fra i 14 e i 16 anni, della Roma «bene» che si estende dai quartieri semi centrali lungo le vie Cassia e Flaminia, che una volta agganciati non riuscivano più a liberarsi di lui perché filmati e velatamente ricattati. L’uomo, Claudio Nucci, pr romano di 56 anni con un vasto giro di conoscenze tra i vip, è stato fermato il 9 febbraio scorso per prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico e il gip ha convalidato l’arresto, ma la storia emerge solo ora.
LE INDAGINI della polizia giudiziaria, delegate dal pm Eugenio Albamonte e coordinate dal procuratore aggiunto Maria Monteleone (responsabile del ‘pool’ sui reati a sfondo sessuale) hanno permesso di ricostruire il modus operandi dell’indagato e di risalire a 5 dei minori coinvolti, anche se gli investigatori sospettano che in totale gli under 18 entrati in contatto con l’uomo siano una trentina. A volte la vanità del protagonista, al centro della vita mondana e all’apparenza stimabile, è arrivata a propiziare occasioni d’incontro con alcuni genitori: «Ho conosciuto tuo padre, ho parlato con tua madre, abbiamo amici in comune», raccontava poi ai giovanissimi sui quali aveva messo gli occhi, per aumentare la pressione psicologica.
Il punto di partenza, anche in questo caso, è stato l’esposto di un familiare preoccupato dai segnali d’allarme che percepiva: lo zio di uno dei ragazzini, insospettito da alcuni atteggiamenti strani del nipote, di 14 anni, ha controllato il suo cellulare e ha immediatamente denunciato quanto stava accadendo. Su quel telefonino c’erano messaggi inequivocabili, video, chat, appuntamenti e luoghi per gli incontri. C’erano velate minacce e richieste di fargli conoscere anche altri «amichetti». Ma gli incontri veri e propri avvenivano uno per volta, mai con più ragazzini insieme. In case diverse nella disponibilità dell’uomo. La violenza sessuale, almeno per il momento, non figura tra le contestazioni, perché i minori interrogati non ne hanno parlato e perché, avendo tutti più di 14 anni, non scatta l’automatismo. «Ho provato orrore e dolore in modo devastante. Una pugnalata, una violenza nell’intimità più profonda e, allo stesso tempo, la difficoltà di rivolgermi a mio figlio», ha commentato la madre di un ragazzino di 15 anni.